Sono stati tanti i ritorni in Italia venuti da questo mercato estivo, primo su tutti quelli di Shevchenko, che è riuscito a mettere in ombra tutti gli altri, ma c'è un altro giocatore che torna da protagonista: Diego Milito. Un Principe, non azzurro, ma albiceleste, che torna a vestire la casacca della squadra che lo ha fatto esplodere in Europa, facendolo diventare uno dei bomber con maggiore media realizzativa per questo club. Si tratta dei grifoni del Genoa di Preziosi, che hanno già avuto la fortuna di mirare da vicino le gesta sportive di questo campione per una stagione e mezza quando i rossoblù militavano (ironico) ancora in Serie B alla ricerca del riscatto. Non è più una giovane promessa, poiché ormai ha 29 anni (nato a Bernal, Buenos Aires, il 12 giugno 1979), ma ora dispone di maggiore esperienza e maturità, che gli consentiranno di poter fare una stagione da star assoluta.Non è stato uno di quei giocatori molto navigati che hanno cambiato club come mercenari. Nella sua storia calcistica se ne registrano tre che hanno posseduto il suo cartellino; e probabilmente sarebbero stati due senza i problemi dei liguri. La carriera di Milito inizia da giovanissimo (1999) in Argentina con il Racing Avellaneda. La squadra è entrata in piena bancarotta - il periodo in Argentina è a un minimo storico - ma una società, la Blanquiceleste S.A. ne rileva la proprietà, e cerca di risanare il debito colmato dalla presidenza precedente. Nonostante ciò, nel 2001, Milito porta il Racing alla vittoria del Torneo dei Apertura, dopo 35 anni senza successi! C'è grande euforia nell'ambiente, ed i media includono la squadra tra le "grandi" del campionato argentino. Purtroppo, però, la gioia dura poco ed i debiti ritornano a galla. Sorge quindi la necessità di vendere qualche pezzo pregiato per fare cassa, ed il miglior indiziato è proprio Diego Milito, un calciatore pronto per un salto di qualità.
A sorpresa è il Genoa dell'ambizioso Preziosi ad assicurarsene il cartellino nel mercato invernale della stagione 2003/2004, poiché vede in lui il centravanti del Genoa del futuro. L'intuizione non poteva essere più azzeccata di così, ed in quei sei mesi rimasti mette a segno 12 gol in 20 presenze, numeri da capogiro. I tifosi lo individuano come il nuovo idolo di Marassi e tutti impazziscono per lui e si intravede lo spiraglio per tornare in massima Serie. Milito si guadagna pure il soprannome di "el Principe", a causa della sua netta somiglianza con Enzo Francescoli, anche lui nominato nello stesso modo. La stagione successiva dovrebbe essere quella della verità, sulla panchina c'è Serse Cosmi, che può orchestrare un gruppo dalle potenzialità incredibili. Milito rappresenta il fiore all'occhiello di una formazione che ha tutti gli atout per tornare a dire la sua in Serie A, ma il precampionato e la Coppa Italia evidenziano delle lacune che preoccupano non poco. Fortunatamente grazie all'esperienza dell'allenatore e le reti di Milito (pensate, ben 21 in 39 presenze) il Genoa agguanta la promozione all'ultima giornata contro il Venezia - già matematicamente retrocesso. Parte la festa, la gioia rossoblù con Milito che potrà finalmente varare il traguardo Serie A, tutto troppo bello. Qualche giorno dopo la grande euforia, arriva la grande beffa: il Genoa viene coinvolto in un caso di illecito sportivo - per la vittoria contro il Venezia - e si apre un caso - detto proprio "Caso Genoa" - che si chiuderà con la retrocessione in Serie C1 dei liguri con 3 punti di penalizzazione. Una mazzata pesantissima per Preziosi e comapagni, Milito in primis, che non possono pensare di continuare l'esperienza rossoblù.
Per affrontare la tragedia nel modo migliore, Preziosi opta per dare via i suoi gioielli, ma solamente in prestito. Milito ha molte offerte, ma finisce per giocare ne Real Zaragozza, nella Liga Spagnola, dove raggiunge il fratello Gabriel Milito (attualmente al Barcellona). La formula è quella del prestito biennale - i tempi minimi per il Genoa di tornare in A - con un riscatto fissato a 5 milioni nel caso i rossoblù non dovessero raggiungere la massima serie. La squadra aragonesa è molto ambiziosa e punta ai vertici della classifica, credendo che Milito possa fare reparto da solo a suon di gol. Nei due anni di prestito Milito dimostra di essere vero e proprio rapace da area di rigore, sbucando dietro ai difensori da tutte le parti, quasi immarcabile. Non mancano nemmeno i tocchi di classe, che la punta argentina non si fa mai mancare, concedendo spesso numeri di alta scuola che scaldano la platea. Il biennio a Saragozza si chiude molto bene, totalizzando 38 reti in 73 partite, ed il Genoa fa la scelta strana di lasciare il giocatore in Spagna, incassando i soldi. Una scelta discutibie, ma evidentemente si vuole premiare i giocatori che hanno saputo risalire la china. Nel 2007 Milito fa parte dell séleccion argentina che affronterà l'impegno della Coppa America in Venezuela, dove faranno molto bene, perdendo a sorpresa in finale con un umiliante 3-0 contro il Brasile. Il Saragozza punta sempre in alto, ma stavolta l'esito è deludente, benchè la rosa sia piena di ottimi giocatori, la squadra è capace di retrocedere in seconda divisione, una catastrofe vera e propria! Le 15 reti del Principe non bastano per tenere a galla i compagni, e la società aragonesa si trova a dover vendere tutti i suoi pezzi pregiati.
Milito è sul mercato. Tutti lo cercano, ma nessuno lo "vuole". Lui è blindato da una clausola rescissoria che probabilmente nemmeno Abramovich avrebbe potuto pagare. Valencia, Tottenham e Real Madrid mettono gli occhi su di lui, facendo offerte economiche molto valide, ma gli spagnoli rifiutano sempre seccamente. Figueroa non convince Gasperini, quindi Preziosi ha un piano per soddisfare il tecnico e si intrufola nella folla per aggiudicarsi il giocatore. Le mosse di mercato sono dei veri e propri sotterfugi e solamente all'ultimo secondo di mercato il passaggio di Milito in rossoblù diventa ufficiale, con Pastorello che letteralmente lancia il contratto nella sala dei depositi; scene da film. Fatto sta, che il Genoa si riprende Milito e lui ne è contentissimo, ed arrivato all'aereoporto esordisce con le dichiarazioni "questa è la mia terra, questa è la mia gente". Libidine per le orecchie di un tifoso genoano, che ora ha di nuovo il suo Principe là davanti, pronto a sferrare gli attacchi decisivi. La stagione è iniziata nel migliore dei modi e l'affondo di Milito è riuscito per 4 volte in 3 presenze - con gol al Milan all'esordio dopo 1191 giorni dall'ultima apparizione - portandosi prepotentemente in testa alla classifica marcatori, pareggiando il connazionale Zàrate. Adesso che è tornato, speriamo che stavolta possa rimanere, lo spazio per sognare pare esserci.
Questi sono i suoi primi 10 gol di quando si presentò per la prima volta a Genoa, godetevi l'ultimo gol, una perla:






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