Finisce il "derby della Madonnina" alla Scala del calcio, che premia il Milan, vincitore cinico con il gol di Ronaldinho. Finisce, quindi, l'imbattibilità dell'Inter in questo campionato - adesso solo Juventus e Napoli hanno la casellina vuota - ma Mourinho non ci sta a confessare la superiorità in campo dei rossoneri. Effettivamente, fino al gol, nessuna delle due squadre meritava più dell'altra - come dice il portoghese - ma dopo la marcatura di Ronaldinho qualcosa è cambiato e l'Inter si è disunita, come spesso le accade da inizio campionato per un arco di 20-25 minuti a partita. Un pò di amarezza dunque per l'allenatore dei nerazzurri, che forse ci teneva più di quanto lasciava intendere a quesa partita. Lo Special One l'aveva definita come un incontro "normale" - una parola ben poco "special" - e sicuramente non decisiva; chi, invece, ne è un veterano (Ancelotti) sa che un derby vale moltissimo, soprattutto dal punto di vista mentale. Psicologicamente, per il Milan, questa partita è un'iniezione di fiducia, mentre per l'Inter potrebbe avere effetti indesiderati, soprattutto visti i nervosismi a fine gara che aumentano le esplusioni totali di questa giornata, che in totale salgono a 6 (le 2 di stasera, 3 di oggi pomeriggio e 1 ieri in Sampdoria - Juventus).
I due allenatori schierano sicuramente i giocatori più in forma e più concentrati per l'incontro. I due debuttanti d'eccezione sono proprio Mourinho e Ronaldinho - la desinenza tende a fare audience - ma sarà una "prima" anche per i vari Mancini e Quaresma, schierati dal portoghese come aiuti per Ibrahimovic. Ancelotti decide di dare fiducia al brasiliano dai grandi denti, sperando che possa trovare in questa partita le giuste motivazioni per tornare grande, e schiera il famoso Ka-Pa-Ro (ma stavolta Ro è Ronaldinho e non Ronaldo, ma la sinfonia non cambia).
Pronti via è subito l'Inter a rendersi più volte pericolosa con Ibrahimovic, mentre il Milan graffia solamente qualche volta dalla distanza e con qualche percussione dei brasiliani, ma si vede che sta ancora cercando le misure ed il gioco per arrivare in porta interista. Al 25' il diavolo si fa sentire prima con Pato e poi con Ronaldinho, ma entrambe le volte c'è il muro Julio César a bloccare il tutto e a mettere in calcio d'angolo. Abbiati non vuole essere da meno e blocca un tiro pericolossissimo di Ibrahimovic, dopo essere intervenuto per respingere il cross di Quaresma, buona personalità del portiere rossonero. Sale quindi in cattedra Kakà, che esibisce un paio di numeri e lascia giocatori sul posto, poi, viene imbeccato in profondità - forse in millimetrico fuorigioco - e l'asso brasiliano si lancia verso il fondo per effettuare un cross sul quale salta Ronaldinho - uno che non ti aspetti - e riesce a mettere dentro il gol del vantaggio. Un gol importantissimo per questo giocatore che esulta come un matto con l'amico Kakà. L'Inter accusa il colpo ed è frastornata, sbaglia molto in fase di costruzione - anche cose basilari - e la squadra di Mourinho non sembra poter reagire.
La partita ricomincia con ritmi molto bassi, con il Milan che prova qualche sortita dal fondo, ma viene ben fermato dai giocatori dell'Inter che sembrano essere rientrati in campo con un pizzico di convinzione in più. La partita diventa piuttosto noiosa fino al sessantesimo, quando Mou decide che bisogna giocare il tutto per tutto inserendo Adriano e Cruz per Mancini e Materazzi, una squadra a totale trazione offensiva - ma d'altronde, perdere 1-0 o 2-0 non cambia nei punti, bisogna provare. In cabina di regia milanesta è imperiosa la partita di Clarence Seedorf, veramente fantastica la sua partita stasera - come sempre nei momenti decisivi del Milan. L'Inter si scopre molto e lascia molti spazi per le ripartenze del Milan, che vengono spesse fermate con falli tattici che risultano in ammonizioni, ben tre in dieci minuti. Poi, un lampo interista, con due azioni pericolose, prima di Cruz poi di Ibra, ma ben controllate da Abbiati che stasera non sbaglia proprio niente. Si infortunia alla solita mano Gattuso, ma rimane in campo, mentre Ancelotti leva Pato e inserisce Flamini; ormai si vuole portare via questo risultato. Poi - l'evento che probabilmente sancisce la fine dell'incontro - l'espulsione di Burdisso per doppia ammonizione e Mourinho non può più levare un difensore per provare a giocare a tre, ma leverà Vieira per mettere Stankovic e provare l'assalto finale (nel frattempo viene espulso Materazzi - in panchina - per qualche parola di troppo al quarto uomo). Effettivamente da qui alla fine sarà un assedio interista, con Adriano che ha la grande occasione nel recupero, ma il pallone finisce fuori.
Mourinho, ora, ha una bella gatta da pelare nel tranquillizzare i suoi uomini e farli tornare in "modalità killer". Sicuramente, molti, essendo campioni, hanno le qualità necessarie per reagire, ma i nervosismi mostrati nel finale evidenziano qualche problema emotivo da parte di qualche membro della rosa che indubbiamente ne risentirà. Il portoghese sente il sapore della sconfitta, ma cerca di sdrammatizzare dicendo "che nessuna delle due formazioni meritava, ma il Milan ha fatto 1-0: complimenti al Milan". Ci sarà da lavorare su qui momenti di black out per poter ripetere per il terzo anno consecutivo (senza contare lo scudetto vinto perchè scucito alla Juve) la vittoria della Serie A.
Di tutt'altro spirito Ancelotti che sarà soddisfatto di quanto fatto vedere dai suoi, ma dovrà cercare di far mantenere ai ragazzi i piedi per terra, anche se le tre vittorie in tre partite dànno una carica confortevole. Sarà un caso che al Milan il gioco è pure più fluido da quando è assente Pirlo? Potrebbe il Milan cercare un gioco più "svariato", invece che passare sempre dai piedi di questo giocatore? I dati dimostrano di sì, poiché dall'assenza del metronomo di Milan e Nazionale, tutti i giocatore hanno toccato un 5-8% di palloni in più rispetto alla media, con risultati - per ora - soddisfacenti. Bisognerà, quindi, vedere cosa pensa di fare Ancelotti quando tornerà Andra, anche perché questo Seedorf ci piace; tanto. Chi andrà a festeggiare - senza ombra di dubbio - è Ronaldinho, il quale timbra il cartellino all'esordio nel derby di Milano; mica poco, anche se, c'è da dire, che chi ha visto Ronaldinho di Barcellona, deve essere coerente, questo qui è solo al 50%. Sarà ugualmente contento Berlusconi, che dopo il suo periodo di "relax" in Umbria, potrà godersi questo bel regalo di compleanno!
I due allenatori schierano sicuramente i giocatori più in forma e più concentrati per l'incontro. I due debuttanti d'eccezione sono proprio Mourinho e Ronaldinho - la desinenza tende a fare audience - ma sarà una "prima" anche per i vari Mancini e Quaresma, schierati dal portoghese come aiuti per Ibrahimovic. Ancelotti decide di dare fiducia al brasiliano dai grandi denti, sperando che possa trovare in questa partita le giuste motivazioni per tornare grande, e schiera il famoso Ka-Pa-Ro (ma stavolta Ro è Ronaldinho e non Ronaldo, ma la sinfonia non cambia).
Pronti via è subito l'Inter a rendersi più volte pericolosa con Ibrahimovic, mentre il Milan graffia solamente qualche volta dalla distanza e con qualche percussione dei brasiliani, ma si vede che sta ancora cercando le misure ed il gioco per arrivare in porta interista. Al 25' il diavolo si fa sentire prima con Pato e poi con Ronaldinho, ma entrambe le volte c'è il muro Julio César a bloccare il tutto e a mettere in calcio d'angolo. Abbiati non vuole essere da meno e blocca un tiro pericolossissimo di Ibrahimovic, dopo essere intervenuto per respingere il cross di Quaresma, buona personalità del portiere rossonero. Sale quindi in cattedra Kakà, che esibisce un paio di numeri e lascia giocatori sul posto, poi, viene imbeccato in profondità - forse in millimetrico fuorigioco - e l'asso brasiliano si lancia verso il fondo per effettuare un cross sul quale salta Ronaldinho - uno che non ti aspetti - e riesce a mettere dentro il gol del vantaggio. Un gol importantissimo per questo giocatore che esulta come un matto con l'amico Kakà. L'Inter accusa il colpo ed è frastornata, sbaglia molto in fase di costruzione - anche cose basilari - e la squadra di Mourinho non sembra poter reagire.
La partita ricomincia con ritmi molto bassi, con il Milan che prova qualche sortita dal fondo, ma viene ben fermato dai giocatori dell'Inter che sembrano essere rientrati in campo con un pizzico di convinzione in più. La partita diventa piuttosto noiosa fino al sessantesimo, quando Mou decide che bisogna giocare il tutto per tutto inserendo Adriano e Cruz per Mancini e Materazzi, una squadra a totale trazione offensiva - ma d'altronde, perdere 1-0 o 2-0 non cambia nei punti, bisogna provare. In cabina di regia milanesta è imperiosa la partita di Clarence Seedorf, veramente fantastica la sua partita stasera - come sempre nei momenti decisivi del Milan. L'Inter si scopre molto e lascia molti spazi per le ripartenze del Milan, che vengono spesse fermate con falli tattici che risultano in ammonizioni, ben tre in dieci minuti. Poi, un lampo interista, con due azioni pericolose, prima di Cruz poi di Ibra, ma ben controllate da Abbiati che stasera non sbaglia proprio niente. Si infortunia alla solita mano Gattuso, ma rimane in campo, mentre Ancelotti leva Pato e inserisce Flamini; ormai si vuole portare via questo risultato. Poi - l'evento che probabilmente sancisce la fine dell'incontro - l'espulsione di Burdisso per doppia ammonizione e Mourinho non può più levare un difensore per provare a giocare a tre, ma leverà Vieira per mettere Stankovic e provare l'assalto finale (nel frattempo viene espulso Materazzi - in panchina - per qualche parola di troppo al quarto uomo). Effettivamente da qui alla fine sarà un assedio interista, con Adriano che ha la grande occasione nel recupero, ma il pallone finisce fuori.
Mourinho, ora, ha una bella gatta da pelare nel tranquillizzare i suoi uomini e farli tornare in "modalità killer". Sicuramente, molti, essendo campioni, hanno le qualità necessarie per reagire, ma i nervosismi mostrati nel finale evidenziano qualche problema emotivo da parte di qualche membro della rosa che indubbiamente ne risentirà. Il portoghese sente il sapore della sconfitta, ma cerca di sdrammatizzare dicendo "che nessuna delle due formazioni meritava, ma il Milan ha fatto 1-0: complimenti al Milan". Ci sarà da lavorare su qui momenti di black out per poter ripetere per il terzo anno consecutivo (senza contare lo scudetto vinto perchè scucito alla Juve) la vittoria della Serie A.
Di tutt'altro spirito Ancelotti che sarà soddisfatto di quanto fatto vedere dai suoi, ma dovrà cercare di far mantenere ai ragazzi i piedi per terra, anche se le tre vittorie in tre partite dànno una carica confortevole. Sarà un caso che al Milan il gioco è pure più fluido da quando è assente Pirlo? Potrebbe il Milan cercare un gioco più "svariato", invece che passare sempre dai piedi di questo giocatore? I dati dimostrano di sì, poiché dall'assenza del metronomo di Milan e Nazionale, tutti i giocatore hanno toccato un 5-8% di palloni in più rispetto alla media, con risultati - per ora - soddisfacenti. Bisognerà, quindi, vedere cosa pensa di fare Ancelotti quando tornerà Andra, anche perché questo Seedorf ci piace; tanto. Chi andrà a festeggiare - senza ombra di dubbio - è Ronaldinho, il quale timbra il cartellino all'esordio nel derby di Milano; mica poco, anche se, c'è da dire, che chi ha visto Ronaldinho di Barcellona, deve essere coerente, questo qui è solo al 50%. Sarà ugualmente contento Berlusconi, che dopo il suo periodo di "relax" in Umbria, potrà godersi questo bel regalo di compleanno!






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