venerdì 3 ottobre 2008

Amarcord, Ci Siamo Stati Anche Noi: Abel Eduardo Balbo

Chiedo scusa se l'intervento arriva un giorno dopo, ma con tutte le notizie riguardanti le Coppe si slitta sempre qualcosa. Comunque, non salta la rubrica dedicata alle vecchie glorie poco ricordate che hanno militato nel nostro campionato e dopo Zamorano e Andersson, stavolta parleremo di un altro grande campione: Abel Eduardo Balbo. Questo formidabile attaccante ha militato solamente in Italia - oltre che in Argentina - innamorandosi del nostro Paese e volendoci rimanere tutt'ora, risiedendo a Roma, la città che più lo ricorda per le sue gesta atletiche ed umane.

Nasce il 1 giugno 1966 a Empalme Villa Constituciòn, una cittadina nella provincia di Santa Fé, nel nord dell'Argentina. Il paesino - conta appena duemila abitanti - è dove Balbo cresce, ma non certo dove poteva esplodere calcisticamente. L'Argentina ha dei forti valori cattolici ed Abel si sente in totale sintonia con Dio, considerando la sua fede un rapporto che lui ama definire "totale", quindi accetta le sorti del destino e dove esso lo spinge. Quando giunge il momento, Balbo si trasferisce a Rosario ed inizia la sua splendida carriera da calciatore nel Newell's Old Boys. Con lui ci saranno talenti del calibro di Gabriel Omar Batistuta e Nestor Sensini, entrambe poi si trasferiranno in Italia. Balbo ha il ruolo di centravanti e segna 9 reti in 28 presenze, vincendo pure il Campionato Argentino, conquistandosi le attenzioni del River Plate che lo acquista per la stagione successiva, dove Balbo continua con un tabellino di marcia simile al precedente. Proprio al termine della stagione 1988/1989 Balbo inizierà la carriera nell'albiceleste argentina, partecipando alla Coppa América, che però porterà poca fortuna agli uomini di Biliardo.

L'Udinese si muove per l'acquisto di due giocatori di quella Nazionale, portando in Friuli oltre ad Abel, anche il suo ex compagno di squadra Nestor Sensini. Entrambe figurano molto bene durante la loro prima stagione italiana, ma sarà molto meno allegra per l'Udinese, che retrocede in Serie B. Il primo campionato si chiude con 28 presenze ed 11 gol per Balbo - un tesoretto da non buttare - ma la vera curiosità è che il calciatore lentamente riesce ad "espandere" la sua fede cattolica a tutta la squadra, convincendo tutti a venire alla messa della domenica assieme a lui prima delle partite; una scena interessante. Tuttavia, nonostante la retrocessione, Abel viene convocato dal ct Biliardo per partecipare ai Mondiali di Italia 1990; un'altra delusione in Nazionale per il calciatore, poiché l'Argentina non passa il turno a causa della differenza reti nella quale prevale la Romania. La prima soddisfazione con la maglia albiceleste per Balbo arriva dopo la prima stagione di Serie B nell'Udinese e nel 1991 vince la sua prima Coppa América; edizione cilena del 1991. Il purgatorio nella serie cadetta dura solo un altro anno, poiché l'argentino sarà uno degli autori della rimonta per tornare in A. L'anno successivo (1992-1993) sarà la consacrazione italiana per Balbo, che chiuderà il campionato con 32 presenze e 21 gol, formando una coppia micidiale con Marco Branca, segnando parecchi gol di testa e nelle ripartenze veloci. La stagione si conclude in modo più che positivo, poiché nel 1993 arriva anche la seconda Coppa América in Ecuador nel 1993.

Dopo quattro stagione a Udine, Balbo lascia a malincuore la città friulana, ma non sa che futuro lo attenderà a Roma. Qui Abel giocherà cinque stagioni in cui segnerà a raffica e diventerà il simbolo di una squadra che cresceva rapidamente. A Roma trova un'eccellente compagno di reparto - Daniel Fonseca - ed assieme fanno grandi cose, facendo andare in visibilio alcuni giornali che non pongono limiti a quel che possono fare questi due. Balbo segnerà con grande regolarità nella capitale, con un record personale in Serie A di 22 reti nel 1994/1995. Durante le prime due stagioni a Roma, Balbo partecipa alle due competizioni internazionali: nel 1994 ai Mondiali in America - dove l'Argentina perde ai gironi di nuovo per la differenza reti - e nel 1995 per la Coppa América organizzata in Uruguay - dove l'albiceleste verrà eliminata ai rigori nei quarti di finale dal Brasile. A Roma, oltre che giocare bene, Balbo ha la possibilità di stare vicino a quella che è la sua fede, cattolica, ed incontrare pure il Papa - il quale, confessa il giocatore argentino, pare avergli detto di tifare proprio per i giallorossi. Gli schemi di Mazzone alla Roma esaltano le doti da centravanti di Balbo che continua a fare molti gol, guadagnandosi la fascia di capitano nella sua ultima stagione capitolina (1997/1998).

Alla fine della stagione Abel prenderà parte alla sua ultima competizione a livello di Nazionale nei Mondiali di Francia 1998. Purtroppo per lui questa sarà un'altra delusione, poiché a parte le due Coppe Amériche, la maglia dell'Argentina non ha dato grandi soddisfazioni ai suoi giocatori negli ultimi anni. Per Balbo gli anni iniziano ad essere 32, ed è l'ora di vincere qualche trofeo da mettere in bacheca, quindi l'argentino sceglie di sposare il progetto di un'altra squadra italiana: il Parma. La società emiliana sta allestendo una rosa di tutto rispetto, allenata dall'emergente Malesani e con elementi del calibro di Véron, Crespo ed il vecchio amico Sensini; puntando ad obbiettivi importanti, quelli che vorrebbe raggiungere anche Balbo. La stagione si rivela ottima: quarto posto in campionato e vittorie in Coppa Italia e Coppa UEFA. Finalmente Abel ha qualcosa da mostrare alle sue future generazioni e dopo appena una stagione (25 presenze 4 gol) decide di voler provare ancora una nuova esperienza.

La successiva tappa di Abel Balbo è di approdare all'Artemio Franchi di Firenze e competere in Champions League con la squadra allenata da Trapattoni. I tifosi fiorentini caldeggiano molto gli acquisti di quel mercato e la rosa lasciava intendere che sarebbe stata una grande stagione. Effettivamente - per lo meno in campo europeo - le aspettative furono mantenute, poiché la Fiorentina raggiunse la seconda fase a gironi - oggi non più presente - con tre gol dell'argentino durante la competizione. L'ultima tappa italiana sarà il ritorno a Roma nel 2000 fino al 2002, il tempo di vincere anche lo Scudetto del 2000-2001 per poter chiudere in bellezza, anche se Balbo scenderà in campo solamente 3 volte nei due anni.

Il desiderio del giocatore era chiudere la carriera in argentina con la maglia del Boca per poi tornare a vivere con la famiglia a Roma e la società di Buenos Aires gli concede questo riconoscimento alla carriera, tesserandolo per la stagione 2002-2003, celebrando così una carriera di 25 anni fatta di grandi soddisfazioni. Molte squadre di oggi avrebbero bisogno di un centravanti come Balbo, ma ormai, dopo il ritiro, Abel pensa solamente ad imparare per diventare allenatore. Ogni tanto lo sentiamo commentare sulle enti televisive e radio, ma il suo sogno - lo ha detto lui stesso - è di vincere qualcosa di importante, ma stavolta sulla panchina della sua Argentina.


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