Mi pare dovuto questo contributo ad un grande giocatore che ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato appena si sarà conclusa l'edizione della Copa Libertadores. José Marcelo Salas Melinao, meglio conosciuto come Marcelo Salas, è stato un giocatore determinante negli anni d'oro della Lazio, anche se a Torino - sponda bianconera - hanno ricordi meno teneri. Purtroppo la carriera del giocatore venne condizionata moltissimo dal grave infotunio subìto durante il periodo juventino. Comunque, molti si potranno sicuramente ricordare di quel sinistro velenoso che gli hanno permesso di segnare molto, rendendolo un attaccante temibile ed uno dei giocatori più rappresentativi - assieme a Zamorano - della Nazionale cilena.
Marcelo nasce a Temuco il 24 dicembre del 1974, ed il suo debutto tra i professionisti avviene nel 1993 nelle fila dell'Universidad de Cile, aiutando la squadra a vincere i due titoli consecutivi nel 1994 e 1995 che mettono in luce il talento di questa punta dal baricentro basso e dallo scatto bruciante. Partecipa alla deludente Copa América del 1995, ma i risultati lasciano il tempo che trovano. Nel 1996 Salas lascia il Cile per trasferirsi in Argentina, dove militerà nel River Plate - il suo ufficiale trampolino di lancio. Comunque, l'arrivo di Maradona nei "milionarios" desta qualche critica da parte della stampa argentina, poiché un giocatore cileno non era mai riuscito a sfondare nelle Pampas. Tuttavia, ci mise poco Salas a zittire tutti ed a diventare un idolo per i tifosi, essendo il protagonista principale nella vittoria di Apertura e Clausura del 1996/1997 e della Super Copa del 1997 - aggiudicandosi pure il premio personale di "Giocatore Sudamericano dell'Anno". Salas divenne uno dei giocatori "non argentini" più ammirati nel Paese e con i suoi 24 gol in 53 presenze non poteva essere altrimenti e valgono il soprannome di "El Matador" - anche per il suo gesto di inchino verso il pubblico dopo ogni rete.
Arriva la consacrazione nelle qualificazioni per il Mondiale di Francia '98, con Salas e Zamorano capocannonieri della zona Sudamericana. Gol che valgono il biglietto per la Francia, in cui Salas segna 4 reti nelle 4 partite disputate, riuscendo a superare il girone, ma perdendo contro il Brasile negli ottavi. Comunque sia, queste reti gli hanno conferito una visibilità internazionale di primo livello, ed attorno a lui si scatena un'asta tra Deportivo, Manchester United e Lazio, con Cragnotti che alla fine la spunta per una cifra attorno ai 33 miliardi di vecchie Lire. Un acquisto che fa subito breccia nei cuori dei tifosi laziali, partecipando alla vittoria della Supercoppa Italiana. La coppia offensiva formata con Bobo Vieri assicura valanghe di gol e Cragnotti ha costruito una squadra capace di abbattere ogni ostacolo, ma alla fine lo Scudetto andrà al Milan, mentre la Lazio si può consolare con la vittoria della Coppa delle Coppe, che le permetterà di giocare la Supercoppa Europea - che la squadra di Eriksson si aggiudicherà. Nel 1999 partecipa all'amara Copa América in cui il Cile arriva solo quarto, ma la stagione successiva quella che regala i maggiori successi, con la Lazio campione d'Italia e vincitrice pure della Coppa Italia.
Il terzo anno in biancoceleste segna la fine di un ciclo per la squadra capitolina e Salas verrà venduto al termine della stessa alla Juventus, che se lo aggiudica per una somma vicino ai 25 miliardi di Lire. Tuttavia, in bianconero Salas non riesce a lasciare il segno desiderato - soprattutto se paragoniamo questo periodo a quello laziale: 79 partite con 33 centri. Una serie di infortuni colpirono il giocatore che non riuscì mai a rendere al meglio e viene ricordato soprattuto per quel rigore sbagliato nel derby contro il Torino - complice lo "scavetto" di Maspero. Comunque nel biennio bianconero - 32 presenze e 4 reti - riesce a mettere in bacheca due scudetti, figurando nella rosa di calciatori che hanno vinto questi trofei.
Dopo le deludenti prestazioni, Salas viene ceduto al River Plate per 10 milioni di Euro, dove sperava di poter ritrovare la forma di una volta, ma non sarà così. Salas verrà ancora messo a dura prova dagli infortuni che non gli concedono di ritrovare continuità nelle prestazioni. Tuttavia, ci fu un exploit nell'ultimo anno al River, in cui trascinò la squadra in finale di Copa Libertadores, persa poi contro il San Paolo. Nel 2005 torna a giocare nella sua prima squadra, l'Universidad de Chile, richiamato a gran voce dalla tifoseria che lo accolse a braccia aperte. Qui conosce una sorta di seconda giovinezza, riuscendo a portare la squadra in vari finali di Coppe, perse tutte ai rigori. Nel 2006 il contratto di Salas viene interrotto, ma i tifosi si ribellano e rivogliono il loro campione, così dopo sei mesi di assenza, Marcelo torna a giocare per il club.
Marcelo Salas annuncia il suo ritiro il 25 novembre del 2008 e questa è una perdita per il mondo del calcio. El Matador è, ed è stato, una leggenda del calcio internazionale e cileno, ed ecco un video per celebrare al meglio alcune delle azioni più belle di questo attaccante:
Marcelo nasce a Temuco il 24 dicembre del 1974, ed il suo debutto tra i professionisti avviene nel 1993 nelle fila dell'Universidad de Cile, aiutando la squadra a vincere i due titoli consecutivi nel 1994 e 1995 che mettono in luce il talento di questa punta dal baricentro basso e dallo scatto bruciante. Partecipa alla deludente Copa América del 1995, ma i risultati lasciano il tempo che trovano. Nel 1996 Salas lascia il Cile per trasferirsi in Argentina, dove militerà nel River Plate - il suo ufficiale trampolino di lancio. Comunque, l'arrivo di Maradona nei "milionarios" desta qualche critica da parte della stampa argentina, poiché un giocatore cileno non era mai riuscito a sfondare nelle Pampas. Tuttavia, ci mise poco Salas a zittire tutti ed a diventare un idolo per i tifosi, essendo il protagonista principale nella vittoria di Apertura e Clausura del 1996/1997 e della Super Copa del 1997 - aggiudicandosi pure il premio personale di "Giocatore Sudamericano dell'Anno". Salas divenne uno dei giocatori "non argentini" più ammirati nel Paese e con i suoi 24 gol in 53 presenze non poteva essere altrimenti e valgono il soprannome di "El Matador" - anche per il suo gesto di inchino verso il pubblico dopo ogni rete.
Arriva la consacrazione nelle qualificazioni per il Mondiale di Francia '98, con Salas e Zamorano capocannonieri della zona Sudamericana. Gol che valgono il biglietto per la Francia, in cui Salas segna 4 reti nelle 4 partite disputate, riuscendo a superare il girone, ma perdendo contro il Brasile negli ottavi. Comunque sia, queste reti gli hanno conferito una visibilità internazionale di primo livello, ed attorno a lui si scatena un'asta tra Deportivo, Manchester United e Lazio, con Cragnotti che alla fine la spunta per una cifra attorno ai 33 miliardi di vecchie Lire. Un acquisto che fa subito breccia nei cuori dei tifosi laziali, partecipando alla vittoria della Supercoppa Italiana. La coppia offensiva formata con Bobo Vieri assicura valanghe di gol e Cragnotti ha costruito una squadra capace di abbattere ogni ostacolo, ma alla fine lo Scudetto andrà al Milan, mentre la Lazio si può consolare con la vittoria della Coppa delle Coppe, che le permetterà di giocare la Supercoppa Europea - che la squadra di Eriksson si aggiudicherà. Nel 1999 partecipa all'amara Copa América in cui il Cile arriva solo quarto, ma la stagione successiva quella che regala i maggiori successi, con la Lazio campione d'Italia e vincitrice pure della Coppa Italia.
Il terzo anno in biancoceleste segna la fine di un ciclo per la squadra capitolina e Salas verrà venduto al termine della stessa alla Juventus, che se lo aggiudica per una somma vicino ai 25 miliardi di Lire. Tuttavia, in bianconero Salas non riesce a lasciare il segno desiderato - soprattutto se paragoniamo questo periodo a quello laziale: 79 partite con 33 centri. Una serie di infortuni colpirono il giocatore che non riuscì mai a rendere al meglio e viene ricordato soprattuto per quel rigore sbagliato nel derby contro il Torino - complice lo "scavetto" di Maspero. Comunque nel biennio bianconero - 32 presenze e 4 reti - riesce a mettere in bacheca due scudetti, figurando nella rosa di calciatori che hanno vinto questi trofei.
Dopo le deludenti prestazioni, Salas viene ceduto al River Plate per 10 milioni di Euro, dove sperava di poter ritrovare la forma di una volta, ma non sarà così. Salas verrà ancora messo a dura prova dagli infortuni che non gli concedono di ritrovare continuità nelle prestazioni. Tuttavia, ci fu un exploit nell'ultimo anno al River, in cui trascinò la squadra in finale di Copa Libertadores, persa poi contro il San Paolo. Nel 2005 torna a giocare nella sua prima squadra, l'Universidad de Chile, richiamato a gran voce dalla tifoseria che lo accolse a braccia aperte. Qui conosce una sorta di seconda giovinezza, riuscendo a portare la squadra in vari finali di Coppe, perse tutte ai rigori. Nel 2006 il contratto di Salas viene interrotto, ma i tifosi si ribellano e rivogliono il loro campione, così dopo sei mesi di assenza, Marcelo torna a giocare per il club.
Marcelo Salas annuncia il suo ritiro il 25 novembre del 2008 e questa è una perdita per il mondo del calcio. El Matador è, ed è stato, una leggenda del calcio internazionale e cileno, ed ecco un video per celebrare al meglio alcune delle azioni più belle di questo attaccante:
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