martedì 2 settembre 2008

Bentornata Serie A

Per ogni amante dello sport, questa estate è passata in modo piacevole; si sono svolti gli Europei di calcio e l'Olimpiade, ma per il tifoso del vero campionato è stata un'agonia lunga, troppo lunga. Si è fatta attendere per quasi tre mesi, noi l'abbiamo aspettata e ritrovata proprio dove l'avevamo lasciata, anzi, migliorata.

In Inghilterra dicono che il campionato italiano si può paragonare ad un "cimitero degli elefanti", dove i giocatori ormai "finiti" vanno a finire la carriera e non a deliziare i tifosi, dove le squadre non lottano fino al 90' pur di lottare per difendere l'orgoglio in una causa ormai persa sul campo, dove è tutto deciso con qualche telefonata ed incontri a tavolino.

Arrivano opportune queste critiche alla vigilia della prima giornata di Serie A,dove abbiamo visto all'opera facce note ed illustri ignoti, tutt'altro che deludenti. Il livello di competitività del campionato definito "avaro di emozioni" è cresciuto; quasi tutte le squadre si sono rinforzate a dovere. Già, quasi, poiché alcune sono ancora coinvolte nel tormentone del calciomercato che chiuderà i battenti proprio oggi alle ore 19:00; e ci aspettiamo sicuramente qualche "colpo" per completare quella che è una griglia di partenza già piena di sorprese, insidie, progetti da proseguire e promesse da mantenere. Sicuramente non tutti potranno portare a termine il percorso prestabilito, sicuramente tutte e venti lotteranno per ottenerlo.

In una giornata dove ti aspetti l'apoteosi dei nomi illustri, invece inaugura tutto un calciatore nostrano, Antonio Di Natale, a cui mancherebbe solamente la desinenza -inho per essere considerato "fenomeno" e trovarsi sulle pagine di giornali sportivi internazionali. Talento che per poco non rischiò di perdersi; vedesi la stagione 1996-1997, dove prima di essere riportato alla base dall'Empoli, milita nei dilettanti dell'Iperzola. Fa parte di una generazione di calciatori in cui si dava poca fiducia ai giovani, in cui si doveva fare la "gavetta" per arrivare in alto. Negli ultimi anni, grazie anche al contributo delle pressioni mediatiche, siamo riusciti a far esordire parecchi giovani sui palcoscenici principali del nostro campionato (senza rischiare più gli scippi dei nostri migliori talenti, Rossi docet) ed a scommettere su talenti da campionati esteri, magari ancora sconosciuti a molti, ma non ai più intenditori; uno qualunque è quel tale Gokhan Ilner che nel Basilea giocava accanto ad un altro "tal dei tali" dal nome impronunciabile: Zdravko Kuzmanovic. L'unico scontento di questo exploit sarà il solito Zamparini, sicuramente furibondo, avendo investito tanti soldi in quel Città di Palermo che non gli ha mai retribuito le dovute soddisfazioni; un progetto rimasto sempre incompiuto che perde i "pezzi da novanta" sostituendoli con altri cinque mediocri (con tutto il dovuto rispetto).

Mentre c'era chi tornava a casa con l'amaro in bocca e chi invece festeggiava l'inizio nel migliore dei modi, si attendeva con ansia il pre-partita di quel che sarebbe stato il debutto del cosidetto "Special One". Stava andando tutto come previsto, copione ripreso da quell'ultima giornata a Parma, Ibra gioca, Ibra segna e trascina i suoi. Tutto perfetto fino a quei 20 minuti in cui l'Inter perde la testa, dove Marassi si è fatta trovare pronta sugli attenti, proprio come quel Gennaro Delvecchio che marcia convinto su tutte le attese create attorno a questa Special Inter. E rischia anche di beccarsi oltre al danno la beffa se Cassano non decidesse di graziarla, al contrario di come la castigò magicamente nel 1999. A SuperMario questa volta non riescono i miracoli, ma lui ha tutto il tempo che vuole per far sognare i tifosi interisti, ed ora anche di tutta Italia, di cui lui si sente tanto parte. Sicuramente niente di cui preoccuparsi, solamente un piccolo incidente di percorso contro una signora squadra (solo 2 sconfitte nella scorsa stagione a Marassi), poiché rimane lei la principale indiziate a portare il tricolore anche anno prossimo. Mourinho con il suo comportamento attrae una quantità di media enormi, su quello non c'è alcun dubbio; dice che non c'è problema, ma quanto tempo sarà necessario per vedergli perdere le staffe di fronte alle domande dei giornalisti italiani? Probabilmente molto poco, mentre quel burlone di Mazzarri risponde allegro a tutte le domande e si gongola i suoi nuovi "attori" (come li chiama lui) e quell'Angelo Palombo che ha saputo prendere in mano il centrocampo doriano, senza far sentire la mancanza di Sergio Volpi che è stato il faro per i blucerchiati per ben sei stagioni.

Mentre la prima delle "grandi" ha solamente rimandato l'appuntamento con i tre punti, le altre squadre sono scese in campo oggi per cercare di iniziare con il piede giusto la stagione; l'epilogo però non è di quelli possibili da prevedere, anzi, avrà fatto fare un bell'incasso alle agenzie delle scommesse. Alla fine della prima giornata vediamo tutte le grandi partire senza i tre punti, chi per un verso chi per un altro hanno tutte perso il primo treno, ma non si fanno drammi per ora, vedremo quanto peseranno questi punti a fine stagione.

Se per il "piccolo" Bologna peseranno sicuramente tanto nell'economia della propria salvezza per rimanere in questa Serie A, bisognerà vedere quanto peseranno a conti fatti per questo "grande" Milan. Di certo non possiamo attribuire colpe a papere del portiere stavolta, per Abbiati c'era poca storia, ma sicuramente c'è sempre una notevole lacuna in mezzo alla difesa, dove non sarà sicuramente Senderos a fare la differenza e bisognerà aspettare del tempo prima di rivedere il miglior Nesta. Voti alti attendono la prima prova di Ronaldinho che sembra abbia veramente la voglia del riscatto ed inventa palloni su palloni, purtroppo finalizzati male o con poca convinzione, cosa che invece non manca a Massimo Ambrosini, partito con l'idea di segnare con quello stacco imperioso; cosa che invece manca a Shevchenko quando a botta superficiale più che sicura colpisce il palo. In attesa di tempi migliori e di conferme questo Milan rimane un'incognita che incuriosisce; che sia veramente finito un ciclo?

Nella bolgia caotica dell'Olimpico si affrontano due squadre che stanno esprimendo un calcio delizioso. Roma e Napoli si affrontano a muso duro e con grinta, con la voglia ferrea di vincere la partita. Lo dimostra il fatto che gli interpreti di maggior spicco siano i due portieri, chiamati più volte in causa a difendere i propri pali con interventi notevoli. Il Napoli è più tonico, più rodato, hanno dovuto preparare un Intertoto e si vede, con Lavezzi sugli scudi che scatta, dribbla e inventa; la Roma, invece, gioca con la consapevolezza di essere grande squadra, il gol è una vera e propria chicca, creato da un asse tutto romano che fa ben sperare anche a livello nazionale per il futuro, oltre che per la Roma, abile nel far esplodere i ragazzi delle proprie giovanili. Più deludente all'apparenza il nuovo arrivo Menez che si divora due gol in una sola azione, mancando del cinismo con cui invece Marek Hamsik va a correggere un errore che poteva valere una partita intera. De Laurentiis mostra di avere le idee chiare, il progetto c'è, si vede, ed è solo questione di tempo per vedere anche il Napoli tra le capoliste della Serie A.

Finalmente all'Olimpico, di Torino, riescono a vedere un attacco più pimpante di quello presentato nell'ultima stagione, capace di realizzare la miseria di 36 gol, di cui appena 18 provenienti dal reparto offensivo. Bianchi-Amoruso è un Tandem che nella stagione 2006-2007 è riuscita a compiere il miracolo a Reggio Calabria, perciò ci si aspetta grandi cose da loro; se poi Alessandro Rosina è questo e non quello dello scorso anno e Matteo Sereni continuerà a proteggere la porta granata in questo modo, per i tifosi del Toro questa sarà una stagione ricca di soddisfazioni e anche qualche convocazione in Nazionale, gioia che manca ai granata dalla presenza di Rosinaldo poi e ancor prima da Antonino Asta in amichevole contro il Sud Africa. Il Lecce non è certo squadra solidissima, pur dovendo ancora trovare la giusta amalgama e avendo piazzato qualche colpo interessante come Caserta, ma ci vorrà olio di gomito per rimanere in A.

Chi ha di che preoccuparsi è il solito Siena, dove hanno mandato via Beretta per fare spazio al solito raccomandato Giampaolo. Mercato incompleto e scarsa unità tra i reparti sono dei marchi di fabbrica delle sue squadre, sempre in zona retrocessione sotto la sua gestione. Tutto facile per l'Atalanta di Del Neri che mette il primo importante sassolino in attesa di una condizione migliore del proprio collettivo e dei suoi uomini chiave. Stessa cosa la fa il Catania, ricominciando anche lui dove ci aveva lasciati, cioè molto stupiti e compiaciuti del lavoro compiuto da Zenga nello scorso finale di stagione. I soldi guadagnati dalla cessione di Vargas alla Fiorentina sono stati abilmente investiti, portando dei buoni giocatori nell'orbita delle proprie nazionali come Ledesma e Dica. Sfortunato il Genoa che, come Palermo e Reggina, deve assolutamente trovare una punta che dia più garanzie di quel che hanno ora, altrimenti gli sforzi fatti da Preziosi non verranno giustamente ricompensati, ma non per demerito di Gasperini, il quale si trova con numerosi esterni offensivi di qualità, ma senza Borriello che metta la palla in rete. Chi invece riabbraccia la Serie A nel migliore dei modi è il Chievo che in extremis batte la Reggina, diretta concorrente per la salvezza. Il risultato che porterebbe a pensare ad una ottima Lazio è bugiardo, poiché l'inerzia della partita si è spostata dalla parte dei bianco-celesti solamente dopo l'espulsione (discutibile) di Lopez ed il rigore concesso di seguito. Prima di allora era stato quasi un monologo dei sardi, con Delio Rossi che si sgolava a cercare di chiamare a regime i suoi. Sicuramente ci sarà ancora da lavorare, avendo rinnovato gran parte della squadra che sembrava ormai appagata, ma intanto non fanno sperare male questi nuovi acquisti, soprattutto se Zàrate decide di tornare il fenomeno dell'Under 20 Argentina, finito poi preda del dio denaro trasferendosi in Qatar, da vedere come andrà questa prima annata, intanto un bel voto per l'esordio.

Il sipario calerà solamente dopo il big match della giornata. Quello che è quasi un derby tra nemici, dove i presidenti hanno cercato di ritessere qualche rapporto, ed a cui i tifosi hanno risposto in maniera ineccepibile, non come quelli del Napoli. Le assenze, purtroppo, gravano sullo spettacolo: Montolivo e Mutu da una parte, Trezeguet, Sissoko, Zanetti, Chiellini dall'altra, ma la partita si rivelerà tutt'altro che noiosa. Come ci si poteva immaginare il tasso agonistico è stato molto elevato, per alcuni anche troppo, come il povero Felipe Melo che non se ne va nemmeno giù per la scaletta pur di vedere fino alla fine i suoi compagni in questa partita che lui sentiva in modo particolare. La Fiorentina è giovane, anche se cresce rapidamente, e si mette in difficoltà lasciando troppi spazi alla Juventus, che invece ha la mentalità vincente nel proprio DNA e riesce a portarsi in vantaggio creando poco, molto poco. Sicuramente sono due squadre che manterranno le aspettative e sapranno godersi anche il palcoscenico europeo, pur essendo finite in due gironi dove se la devono giocare seriamente per poter continuare il torneo. Impressiona la voglia di Gilardino, che a volte vorrebbe spaccare tutto e si vede, ma con la calma del suo mentore Prandelli riuscirà sicuramente a tornare quel grande prospetto del calcio italiano che si era apprezzato a Parma (d'altronde il ragazzo ha già fatto 96 reti in Serie A, non poca roba a 26 anni). E' proprio Gila che gela gli entusiasmi juventini proprio agli sgoccioli del tempo utile e riporta il sorriso con il suo violino ai tifosi fiorentini, un punto che vale quasi una vittoria. Viene spontanea la domanda a tutti i giornalisti se non sia il caso di passare a un modulo a due punte con Pazzini accanto a Gilardino, che tanto bene hanno fatto in questo scorcio di partita assieme e che in comune hanno la stessa fame di far vedere a tutti il proprio valore, ma queste sono cose a cui penserò il Mago di Orzinuovi, come ci piace chiamarlo qui a Firenze, perché nessuno poteva pensare di essere ai vertici dopo aver visto il baratro della C2.

Oggi la classifica è questa, ed anche se dice molto poco, il campo ha dato la dimostrazione che non siamo solamente un "cimitero per gli elefanti", ma che questo è IL campionato per eccellenza, dove nessuno ti regala niente e nulla è dovuto. Intanto un altro campione è sulla via di Milano, sponda Inter; Quaresma ha deciso di venire a giocare in Italia, forse saranno i soldi, forse l'ambiente, ma questo non è certo un giocatore "finito".

Bentornata Serie A.


http://www.youtube.com/watch?v=yal9xRMXJ_0&feature=related (un link per godervi tutte le reti della prima giornata fuori che quelle del posticipo tra Fiorentina e Juventus).


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