martedì 23 settembre 2008

Il Personaggio della Settimana: Fábio Henrique Simplicio

Questa non vuole essere una rubrica che premia sempre gli attaccanti, semplicemente un modo per parlare più a fondo di giocatori che frequentano la nostra Serie A e che in questo preciso periodo fanno molto bene, riuscendo ad essere decisivi. A volte, ci piace ricordare quelli che hanno meno riflettori addosso, invece che sempre e solo i "top players". Sicuramente questa settimana c'è stata una gran bagarre, ma volevo scegliere un centrocampista, ed ho pensato al rendimento di vari giocatori nell'ultimo periodo ed il suo è stato il più impressionante. L'unico che avrebbe potuto tenere testa a Simplicio è Palombo, ma ci sarà sicuramente tempo per riparlare del futuro mediano della Nazionale italiana. Gli assist delle ultime giornate ed il rendimento in genere hanno riportato questo giocatore alla ribalta, dopo che a Parma era stato considerato uno dei migliori centrocampisti del torneo.

Fábio Henrique Simplicio - nato a San Paolo il 23 settembre 1979 (eh già, siamo quasi a 30 anni) - è uno dei tanti talenti brasiliani sfornati dalla "cantera" della squadra della sua città natale: il San Paolo. Un club con grandi tradizioni, dove solo chi gioca veramente bene a calcio viene inserito nella squadra giovanile. Simplicio ha la tipica storia del ragazzo delle favelas, che cerca di sfondare nel mondo calcistico per avere miglior fortuna ed un futuro più luminoso davanti a sé. Si trova a giocare nelle giovanili assieme a dei campioni del calibro di Kakà e Julio Baptista e questo non può essere che uno stimolo per il giovane Simplicio. L'esordio arriva nel 2000, dopo una stagione disastrosa il San Paolo decide di ripartire da zero, cedendo molti dei suoi gioielli e puntando sui tre giovani ragazzi sopra citati; condotti da uno straordinario Raì ed un "paterno" Rogerio Céni (tutt'ora capitano della squadra) i ragazzi conquistano il Campeonato Paulista e l'anno seguente il Torneo Rio-San Paolo e l'anno seguente ancora il Supercampeonato Paulista. Tutti questi successi fanno si che molte squadre di alto calibro d'Europa mettono gli occhi sui giocatori, ma mentre Baptista e Kakà se ne andranno (rispettivamente a Siviglia e Milan), Simplicio rimarrà ancora una stagione in Brasile, ma è in scadenza di contratto e non pare molto intenzionato a trovare un accordo per un rinnovo. La squadra ha dei nuovi talenti, come Luis Fabiano e Cicinho, ma per il brasiliano non ci sono più stimoli; vorrebbe il salto di qualità.

C'è una squadra in Italia che è in piena crisi finanziaria, quindi potrebbe acquisire solamente giocatori a parametro zero: il Parma. Al tempo era un certo Arrigo Sacchi a ricoprire i ruoli di a.d e d.s. e nota le doti spiccate di Simplicio; chi meglio di lui per trovare un giovane adatto al campionato italiano? La figura di Sacchi e l'idea di giocare in Italia fanno si che l'accordo tra le parti sia solamente una formalità e dopo aver messo nero su bianco Simplicio vola in Italia dopo aver trascorso 4 ottime stagioni al San Paolo, realizzando 15 gol in 116 presenze; non un bottino malvagio per un centrocampista. In Italia direbbero "buona la prima", ed infatti la prima stagione di Fábio a Parma è ottima, rivelandosi come una delle maggiori sorprese del campionato, ma le grandi vogliono aspettare ancora un altro anno prima di aprire contatti per un suo acquisto. Stupisce soprattutto l'incredibile generosità offerta in campo e la quantità di corsa, cosa non comune nei brasiliani che arrivano nel nostro campionato. Nella stagione successiva Beretta lo schiera più sulla linea mediana, un ruolo a lui meno consono, abituato a stare dietro le punte ed usare i suoi tocchi felpati per mandare in porta i compagni. Riesce comunque a dare ottimi risultati e la sua seconda stagione è quella della consacrazione, mettendo in evidenza pure un notevole tiro dalla lunga distanza e, soprattutto, avendo una buona continuità.

Zamparini si innamora di lui, e tutti sappiamo quanto le emozioni influiscano sulle azioni di questo presidente alquanto particolare, il quale decide di acquistare il giocatore a tutti i costi. Una cessione dalla quale il Parma ricava 5,5 milioni di Euro e la comproprietà di Gasbarroni, un'ottima plusvalenza per quella che era la situazione economica degli emiliani, un'offerta che non si poteva certo rifiutare. I tifosi, però, sono dispiaciuti, perchè vedevano in questo giocatore una sicurezza, incantati dalle sue prestazioni (71 presenze e 14 gol, notevoli passi in avanti rispetto ai tempi in Brasile). Simplicio accetta l'offerta dei siciliani, affascinato dal progetto e dall'idea di giocare in una squadra che punta in alto; ma il giocatore era del tutto ignaro dell'ambiente in cui si sarebbe addentrato. Lavorare con un presidente come Zamparini non è facile per i giocatori, ancora meno per l'allenatore, ed infatti, come per tutti gli altri compagni, Simplicio è costretto a subire i continui cambi di gestione, che non aiutano assolutamente la sua continuità per la società rosanero. Nella prima stagione Fábio fa grandi cose, convincendo tutti con la bellezza di 33 presenze e 5 reti (più altre 2 in Coppa UEFA, valide per passare il turno). Ma qualcosa succede al brasiliano che diventa improvvisamente fragile dal punto di vista psicologico e non riesce più a trovare il giusto equilibrio negli schemi dei vari allenatori che passano sulle panchine del Palermo. La sua posizione viene cambiata in continuazione, e benché i numeri siano sempre promettenti (32 presenze 5 reti), il pubblico palermitano inizia a mugugnare ed a concedergli pure qualche fischio. La crisi del giocatore arriva dopo la deludente prova persa per 5-0 contro l'Udinese, dopo la quale Zamparini si infuria come una bestia, colpevolizzando lui come uno degli autori della disfatta della squadra a causa del suo scarso impegno. La pressione non fa bene a Simplicio che non riesce più a giocare con quella serenità e pacatezza che lo caratterizzava; di nome e di fatto.

Durante il mercato estivo pare che Simplicio sia destinato a lasciare Palermo assieme a tutti gli altri grandi partenti, poiché Zamparini opta per una rivoluzione dell'organico come Lotito. Lui però impunta sempre i piedi e dichiara di volere rimanere a Palermo, di starci bene e di voler dimostrare a tutti che si sono sbagliati sul suo conto. Parole che evidentemente colpiscono Zamparini, il quale si aspetta che Simplicio diventi uno dei cardini di questa stagione. Devono aver colpito molto meno Colantuono, che invece non lo vede proprio, e lo lascia ai margini della squadra, considerandolo un mediano ed avendo in quel ruolo un vero e proprio affollamento. Ma questa è storia vecchia, poiché l'era Colantuono a Palermo dura appena una giornata e con Ballardini è tutta un'altra musica. L'uomo capace del miracolo con il Cagliari anno scorso - esonerato per ragioni ignote - si inserisce in punta di piedi nell'ambiente. Ha la caratteristica di non attrarre particolarmente le attenzioni dei media, che focalizzano sul momento negativo dei rosanero, ma lasciano lavorare il gruppo in pace, proprio quello che ci vuole per Simplicio.

Evidentemente qualcosa di brasiliano lo ha nel sangua, poiché nelle partite con la Roma ed il Genoa si rivede proprio quel Simplicio che rendeva tutto "simplice". Ballardini lo riposiziona dietro le punte, ma gli dice che lui deve considerarsi un centrocampista e deve correre. Fábio esegue gli ordini, ed oltre che fornire tutti gli assist utili per le reti su azione del Palermo riesce a recuperare un numero immenso di palloni, dando una mano a tutte e due le fasi. Quando troverà anche la via del gol, allora la sua ripresa sarà completa. Assieme a lui, hanno giovato della tranquillità dell'ambiente pure Bresciano e Cavani. Speriamo che per Simplicio questa possa essere la stagione del riscatto. Ma ora facciamo silenzio, lasciamolo in pace, magari lo disturbiamo.


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