Si conclude l'appuntamento pomeridiano con la Serie A con molti gol, ma sono numerosi anche i cartellini rossi sventolati dagli arbitri - tre in tutto, due per doppia ammonizione. I risultati finali hanno premiato le squadre più in forma - per la maggior parte - con la Roma che trova nuova linfa. C'è chi - soprattutto Cagliari e Reggina - che deve rivedere qualcosa molto presto per recuperare il terreno, ed anche il Bologna inizia a far parte di questa categoria.
E' proprio la squadra di Arrigoni una di quelle che non riesce a virare la propria rotta e raccatta l'ennesima sconfitta, dimostrando un'evidente sterilità in attacco, a secco dopo i due gol al Milan. Il più pericoloso dei rossoblù è Adailton, mentre Di Vaio non si vede veramente mai. Ci sarà sicuramente da fare qualcosa a gennaio in questo reparto, altrimenti si va da poche parte al Dall'Ara. Uno solo tiro nello specchio e non certo da uno specialista, ma da Gaby Mudingyai. I tifosi hanno aspettato molto il ritorno in Serie A degli emiliani e dopo il cambio di gestione, si vorrebbe evitare un ritorno nella Serie cadetta dopo appena una stagione. Il Napoli lavora sui nervi e riesce a portare i punti a casa in modo cinico, sfruttando una delle poche occasioni a proprio favore, con un perentorio stacco di Denis su calcio d'angolo battuto da Gargano; si inizia a ragionare da grandi, raccogliere quel che arriva. Traballa in modo evidente la panchina di Arrigoni ed il nome più caldo per il successore è quello di Walter Novellino. Vedremo se all'allenatore verrà data un'altra chance, oppure se l'avventura termina qui.
Il Chievo non riesce a portare a termine la "missione vendetta" contro il Catania e lascia la situazione invariata, con i siciliani che ne escono vincenti pure in questa situazione. Si gioca una partita equilibrata, con le due squadre che si studiano e cercano di colpire in contropiede l'avversario. E' proprio con l'effetto sorpresa che segnerà il Catania, con Paolucci che ruba palla a un distratto Mandelli e si invola verso la porta clivense, superando Sorrentino con una bella finta ed insaccando il gol del vantaggio. Il Chievo non demorde e reagisce, premendo molto ma concretizzando poco, unico sussulto è un palo di Bogdani che poteva trovare miglior fortuna. Nel finale c'è tempo per l'espulsione per doppia ammonizione - giusta - ai danni di Mandelli, vero flop dei giocatori di Iachini in questa partita. Il Chievo finisce in dieci e rischia di prendere pure la seconda rete da Baiocco che sfrutta uno splendido velo di Izco, ma la conclusione finisce sul palo. Termina quindi con i tre punti per gli uomini di Zenga che ora sembrano rimanere in pianta stabile nelle zone alte.
Come da titolo, tempi non Allegri a Cagliari, i punti sono sempre quelli: 0. L'allenatore smentisce le previsione e schiera la vecchia guardia, ma le cose non cambiano ed i sardi mostrano di non avere - in queste condizioni - grandi possibilità di salvarsi. Gli uomini di Beretta dominano sul campo e portano a casa una preziosissima vittoria. Giacomazzi si accorge di essere un giocatore del Lecce e fa dimenticare la brutta prestazione a Siena con un bolide dai trenta metri su cui Marchetti non può niente. Alla mezz'ora, quindi, il Cagliari è già sotto, ma non c'è una vera e propria reazione. Verrà poi annullato - giustamente - un gol a Larrivey, per un fuorigioco di Lazzari quando gli serve il pallone da depositare in rete. I sardi non riescono a materializzare gioco e si mangiano quel poco che creano, così ne approfitta l'uomo più in forma del Lecce - Caserta - che serve un pallone d'oro a Castillo che lo deve solo spingere in porta e portare i suoi sul 2-0. Cellino ha detto che Allegri mangerà il panettone, ma sarà sicuramente senza zucchero e canditi se è questo l'andazzo, probabile più una calza piena di carbone.
Andare in Sicilia e pensare di vincere di questi tempi è roba da duri, oltre al Catania, anche il Palermo decide di legittimare il fattore campo e porta a tre le vittorie stagionali in casa. Non ci vuole molto per stendere una Reggina che non entra mai in partita e ruota attorno alle giocate di Brienza, chiuso bene dagli avversari/ex compagni. Farà solamente un tiro nello specchio la squadra di Orlandi, ma che non impensierisce Amelia. Buona l'intesa del trio Miccol-Cavani-Simplicio che creano molto; orfani oggi di Bresciano, colpito da un risentimento muscolare - del quale non si sa ancora l'entità - durante il riscaldamento. Sarà il bomber del Palermo - Miccoli - a sbloccare il risultato in favore dei siciliani, che si prende gioco di Cirillo in area di rigore, finta la conclusione in diagonale ed invece tira con l'esterno destro. Per Ballardini può bastare e sicuramente anche Zamparini sarà soddisfatto.
Speriamo sia la volta definitiva per la Roma, che con la vittoria di oggi ritrovi la serenità per poter guadagnare un briciolo di continuità, visto l'impegno importantissimo in Champions mercoledì, quasi un dentro o fuori per gli uomini di Spalletti. Non c'è il solito gioco pimpante, ma tanto nervosisimo in campo per i romanisti e l'Atalanta prova a gestire il pallino del gioco. Ci vuole l'intervento dell'eterno Panucci, che come al solito si inserisce su calcio piazzato e con una deviazione di Manfredini trova la via del gol. Si riesce a intravedere qualche sorriso tra i giallorossi che da lì in poi domineranno il match, proponendosi in avanti varie volte. La partita si chiude alla mezz'ora con Vucinic che riceve un passaggio di Ménez, deviato da un difensore dell'Atalanta e prontamente si gira per scagliare il tiro in porta. Malumori nel secondo tempo al momento delle sostituzioni di Ménez e Vucinic, con Spalletti che prova a sdrammatizzare con i giocatori, non proprio contenti dell'esser tolti dal campo. L'Atalanta prova a reagire nel finale ma non provoca danni alla retroguardia giallorossa, guidata da un ritrovato Mexes. Spalletti adesso può lavorare con un morale leggermente migliore alle prossime sfide.
Probabilmente De Biasi invidia il tecnico giallorosso, poiché dalle sue parti di morale in miglioramento non se ne parla. Il Torino finisce sotto il tir Lazio, anche grazie agli episodi sanzionati da Gava, che non sbaglia molto. Non succede molto - a parte l'infortunio di Cribari - per i primi trenta minuti, poi Zàrate tira fuori una magia, liberandosi di tre avversari in mezzo metro e servendo Pandev che non può sbagliare. Ma è solo una fiammata, poiché subito dopo c'è la reazione del Torino che colpisce la traversa con uno splendido pallonetto di Abbruscato; un episodio che avrebbe sicuramente cambiato le sorti dell'incontro. Ci prova sempre il Torino, ma con poca fortuna in avanti - complice un Rolando Bianchi spentissimo - lasciando degli spazi che la Lazio può sfruttare in contropiede con i suoi tre attaccanti. Foggia fa impazzire la difesa granata ed innesca Mauri che però conclude sul palo in malomodo. Non c'è problema però, ci pensa Zàrate: stop, aggiustatina del pallone e conclusione potentissima di mezzo esterno che prende un giro impossibile per Sereni da parare e risultato in bacheca. Non sarà l'ultimo gol dell'argentino, che siglerà pure il 3-0 su rigore, dopo un intervento di Sereni su Brocchi che gli costa pure il cartellino rosso - a mio avviso eccessivo. Finisce in nove e senza allenatore il Torino a causa dell'esplusione per doppia ammonizione di Pratali - giusta - e quella diretta a De Biasi per aver detto qualcosa di troppo; l'unica piccola soddisfazione arriva nel finale per un rigore a favore che Amoruso batte due volte - poiché Gava lo farà ripetere - ma trasforma in entrambe i casi. Lazio quindi prima in classifica aspettando li derby di Milano.
Si era pronosticata una passeggiata per l'Udiniese e così poteva essere, ma gli uomini di Marino si complicano un pochino le cose, riuscendo però a portare ugualmente a casa la vittoria. Doveva esserci la conferma per Floro Flores, invece Marino manda in campo Quagliarella, ed è proprio l'attaccante napoletano imbeccato con uno splendido assist dal compare Di Natale che segna l'1-0 per i friulani (anche se la posizione di Di Natale al momento in cui riceve il pallone è molto dubbia). Sempre Quagliarella - uomo partita - stavolta nelle vesti di assist-man, servirà Pepe che infila Curci sottole gambe e porta il risultato sul 2-0 per l'Udinese. La partita sembra prendere la via che ti aspetti, ma nel finale del primo tempo il Siena preme e trova la via del gol con una marcatura rocambolesca da parte di Kharja, che sfrutta un'indecisione imbarazzante di Domizzi. Poi è solo Udinese che potrebbe dilagare, ma si divora occasione su occasione, la più clamorosa delle quali con Pepe, che si fa recuperare da Rossi in extremis. Marino continua a mostrare buon gioco da parte dei suoi ed azzecca la rotazione degli attaccanti, ci sarà l'impegno in casa con il Dortumund, ma dovrebbe essere possibile pensare con calma all'incontro di domenica prossima.
E' proprio la squadra di Arrigoni una di quelle che non riesce a virare la propria rotta e raccatta l'ennesima sconfitta, dimostrando un'evidente sterilità in attacco, a secco dopo i due gol al Milan. Il più pericoloso dei rossoblù è Adailton, mentre Di Vaio non si vede veramente mai. Ci sarà sicuramente da fare qualcosa a gennaio in questo reparto, altrimenti si va da poche parte al Dall'Ara. Uno solo tiro nello specchio e non certo da uno specialista, ma da Gaby Mudingyai. I tifosi hanno aspettato molto il ritorno in Serie A degli emiliani e dopo il cambio di gestione, si vorrebbe evitare un ritorno nella Serie cadetta dopo appena una stagione. Il Napoli lavora sui nervi e riesce a portare i punti a casa in modo cinico, sfruttando una delle poche occasioni a proprio favore, con un perentorio stacco di Denis su calcio d'angolo battuto da Gargano; si inizia a ragionare da grandi, raccogliere quel che arriva. Traballa in modo evidente la panchina di Arrigoni ed il nome più caldo per il successore è quello di Walter Novellino. Vedremo se all'allenatore verrà data un'altra chance, oppure se l'avventura termina qui.
Il Chievo non riesce a portare a termine la "missione vendetta" contro il Catania e lascia la situazione invariata, con i siciliani che ne escono vincenti pure in questa situazione. Si gioca una partita equilibrata, con le due squadre che si studiano e cercano di colpire in contropiede l'avversario. E' proprio con l'effetto sorpresa che segnerà il Catania, con Paolucci che ruba palla a un distratto Mandelli e si invola verso la porta clivense, superando Sorrentino con una bella finta ed insaccando il gol del vantaggio. Il Chievo non demorde e reagisce, premendo molto ma concretizzando poco, unico sussulto è un palo di Bogdani che poteva trovare miglior fortuna. Nel finale c'è tempo per l'espulsione per doppia ammonizione - giusta - ai danni di Mandelli, vero flop dei giocatori di Iachini in questa partita. Il Chievo finisce in dieci e rischia di prendere pure la seconda rete da Baiocco che sfrutta uno splendido velo di Izco, ma la conclusione finisce sul palo. Termina quindi con i tre punti per gli uomini di Zenga che ora sembrano rimanere in pianta stabile nelle zone alte.
Come da titolo, tempi non Allegri a Cagliari, i punti sono sempre quelli: 0. L'allenatore smentisce le previsione e schiera la vecchia guardia, ma le cose non cambiano ed i sardi mostrano di non avere - in queste condizioni - grandi possibilità di salvarsi. Gli uomini di Beretta dominano sul campo e portano a casa una preziosissima vittoria. Giacomazzi si accorge di essere un giocatore del Lecce e fa dimenticare la brutta prestazione a Siena con un bolide dai trenta metri su cui Marchetti non può niente. Alla mezz'ora, quindi, il Cagliari è già sotto, ma non c'è una vera e propria reazione. Verrà poi annullato - giustamente - un gol a Larrivey, per un fuorigioco di Lazzari quando gli serve il pallone da depositare in rete. I sardi non riescono a materializzare gioco e si mangiano quel poco che creano, così ne approfitta l'uomo più in forma del Lecce - Caserta - che serve un pallone d'oro a Castillo che lo deve solo spingere in porta e portare i suoi sul 2-0. Cellino ha detto che Allegri mangerà il panettone, ma sarà sicuramente senza zucchero e canditi se è questo l'andazzo, probabile più una calza piena di carbone.
Andare in Sicilia e pensare di vincere di questi tempi è roba da duri, oltre al Catania, anche il Palermo decide di legittimare il fattore campo e porta a tre le vittorie stagionali in casa. Non ci vuole molto per stendere una Reggina che non entra mai in partita e ruota attorno alle giocate di Brienza, chiuso bene dagli avversari/ex compagni. Farà solamente un tiro nello specchio la squadra di Orlandi, ma che non impensierisce Amelia. Buona l'intesa del trio Miccol-Cavani-Simplicio che creano molto; orfani oggi di Bresciano, colpito da un risentimento muscolare - del quale non si sa ancora l'entità - durante il riscaldamento. Sarà il bomber del Palermo - Miccoli - a sbloccare il risultato in favore dei siciliani, che si prende gioco di Cirillo in area di rigore, finta la conclusione in diagonale ed invece tira con l'esterno destro. Per Ballardini può bastare e sicuramente anche Zamparini sarà soddisfatto.
Speriamo sia la volta definitiva per la Roma, che con la vittoria di oggi ritrovi la serenità per poter guadagnare un briciolo di continuità, visto l'impegno importantissimo in Champions mercoledì, quasi un dentro o fuori per gli uomini di Spalletti. Non c'è il solito gioco pimpante, ma tanto nervosisimo in campo per i romanisti e l'Atalanta prova a gestire il pallino del gioco. Ci vuole l'intervento dell'eterno Panucci, che come al solito si inserisce su calcio piazzato e con una deviazione di Manfredini trova la via del gol. Si riesce a intravedere qualche sorriso tra i giallorossi che da lì in poi domineranno il match, proponendosi in avanti varie volte. La partita si chiude alla mezz'ora con Vucinic che riceve un passaggio di Ménez, deviato da un difensore dell'Atalanta e prontamente si gira per scagliare il tiro in porta. Malumori nel secondo tempo al momento delle sostituzioni di Ménez e Vucinic, con Spalletti che prova a sdrammatizzare con i giocatori, non proprio contenti dell'esser tolti dal campo. L'Atalanta prova a reagire nel finale ma non provoca danni alla retroguardia giallorossa, guidata da un ritrovato Mexes. Spalletti adesso può lavorare con un morale leggermente migliore alle prossime sfide.
Probabilmente De Biasi invidia il tecnico giallorosso, poiché dalle sue parti di morale in miglioramento non se ne parla. Il Torino finisce sotto il tir Lazio, anche grazie agli episodi sanzionati da Gava, che non sbaglia molto. Non succede molto - a parte l'infortunio di Cribari - per i primi trenta minuti, poi Zàrate tira fuori una magia, liberandosi di tre avversari in mezzo metro e servendo Pandev che non può sbagliare. Ma è solo una fiammata, poiché subito dopo c'è la reazione del Torino che colpisce la traversa con uno splendido pallonetto di Abbruscato; un episodio che avrebbe sicuramente cambiato le sorti dell'incontro. Ci prova sempre il Torino, ma con poca fortuna in avanti - complice un Rolando Bianchi spentissimo - lasciando degli spazi che la Lazio può sfruttare in contropiede con i suoi tre attaccanti. Foggia fa impazzire la difesa granata ed innesca Mauri che però conclude sul palo in malomodo. Non c'è problema però, ci pensa Zàrate: stop, aggiustatina del pallone e conclusione potentissima di mezzo esterno che prende un giro impossibile per Sereni da parare e risultato in bacheca. Non sarà l'ultimo gol dell'argentino, che siglerà pure il 3-0 su rigore, dopo un intervento di Sereni su Brocchi che gli costa pure il cartellino rosso - a mio avviso eccessivo. Finisce in nove e senza allenatore il Torino a causa dell'esplusione per doppia ammonizione di Pratali - giusta - e quella diretta a De Biasi per aver detto qualcosa di troppo; l'unica piccola soddisfazione arriva nel finale per un rigore a favore che Amoruso batte due volte - poiché Gava lo farà ripetere - ma trasforma in entrambe i casi. Lazio quindi prima in classifica aspettando li derby di Milano.
Si era pronosticata una passeggiata per l'Udiniese e così poteva essere, ma gli uomini di Marino si complicano un pochino le cose, riuscendo però a portare ugualmente a casa la vittoria. Doveva esserci la conferma per Floro Flores, invece Marino manda in campo Quagliarella, ed è proprio l'attaccante napoletano imbeccato con uno splendido assist dal compare Di Natale che segna l'1-0 per i friulani (anche se la posizione di Di Natale al momento in cui riceve il pallone è molto dubbia). Sempre Quagliarella - uomo partita - stavolta nelle vesti di assist-man, servirà Pepe che infila Curci sottole gambe e porta il risultato sul 2-0 per l'Udinese. La partita sembra prendere la via che ti aspetti, ma nel finale del primo tempo il Siena preme e trova la via del gol con una marcatura rocambolesca da parte di Kharja, che sfrutta un'indecisione imbarazzante di Domizzi. Poi è solo Udinese che potrebbe dilagare, ma si divora occasione su occasione, la più clamorosa delle quali con Pepe, che si fa recuperare da Rossi in extremis. Marino continua a mostrare buon gioco da parte dei suoi ed azzecca la rotazione degli attaccanti, ci sarà l'impegno in casa con il Dortumund, ma dovrebbe essere possibile pensare con calma all'incontro di domenica prossima.






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