L'evoluzione del calcio moderno porta anche ad un maggior numero di falli e di contrasti. Lo verificano le inquietanti statistiche - secondo le quali - i giocatori che scendono in campo mettono un agonismo più alto del normale. Può darsi che sia aumentato il tasso tattico del gioco, e che quindi i giocatori si trovano spesso a fare maggiore pressing per recuperare il pallone, effettuando qualche intervento ruvido di troppo, oppure fermando le iniziative con falli "tattici" - per l'appunto - in modo da evitare una possibile azione pericolosa. Certo, il fallo è tale perché è parte integrante del gioco, ma ultimamente gli infortuni fioccano ed uno dei motivi è proprio la maggiore aggressività negli interventi. Cresce il numero dei centrocampisti cosidetti "muscolari", privilegiati rispetto al vecchio "fantasista", che ormai viene chiamato banalmente seconda punta, portando alla scomparsa di questo ruolo. Ogni tanto riappare qualche vero numero dieci, ma viene spesso preso a pedate tanto da fargli passare la voglia di inventarsi le proprie giocate ed adeguarsi; quasi un'intimidazione.
Il campionato italiano è quello dove vengono fischiati più falli in assoluto - anche per la fiscalità degli arbitri - mentre in Inghilterra, sorprendentemente, ne vengono fischiati nettamente meno, ma anche per una maggiore lassività da parte dei direttori di gara, che lasciano correre molto di più. Eppure, non sono da meno in Premier, avendo effettuato interventi assassini - come quelli su Eduardo ed il più recente tackle di Pogatetz su Rodrigo Possebon (http://it.youtube.com/watch?v=42UPmAE4LX8 questo è il link per il fallo). La FIFA si è voluta muovere a tale scopo, per evitare che incrementino gli scontri di questo genere sul rettangolo da gioco nel futuro, proteggendo l'integrità dei giocatori, i quali mettono letteralmente a repentaglio la proprio carriera. Sono due i numeri che crescono in modo lineare con il numero dei falli commessi: gli infortuni e la violenza negli stadi.
Da quando c'è stata questa metamorfosi nel gioco, le squadre - oltre che per l'incremento degli impegni - hanno dovuto allargare le rose, assicurandosi due giocatori a ruolo, entrambe di livello, in modo da poter continuare a competere nel caso che uno dei due subisse un infortunio. Non che i falli siano una novità, sono sempre esistiti, pure gravi, ma sicuramente c'è più sregolatezza e foga negli interventi fallosi del calcio giocato oggi giorno. Inoltre, la necessità di allargare le rose ha portato ad una necessità di comprare giocatori, favorendo l'ingresso di stranieri rispetto ai talenti nazionali, poiché i migliori vanno nei "top club" e le piccole - per continuare a competere - devono pescare in altri campionati.
Ugualmente vanno a braccetto gli episodi negativi dei tifosi ed i falli commessi. Sono complementari l'uno per l'altro: quando il pubblico incita i giocatori in un certo modo, essi tendono a metterci una foga ulteriore, facendo valere pure il viceversa. Non è un caso che le partite a porte chiuse - pur perdendo eccessivamente di spettacolo - registrano un numero di falli nettamente inferiore rispetto alle gare giocate davanti ai rispettivi tifosi. C'è da dire che il pubblico tende a fischiare solamente gli avversari e mai i propri giocatori, che invece vengono incitati a mirare per le gambe.
Tanto per fornire qualche numero, facendo una media pesata dei falli commessi in queste prime giornate si ha un totale di 33,6 falli a partita; un'enormità. Dall'inizio del campionato ci sono ben 21 partite con più, o pari a, 40 falli; con il record che per ora viene attribuito alla recente Fiorentina-Genoa e alla precedente Reggina-Milan, con 53 interventi fallosi. Sono alti anche i numeri di cartellini in questa stagione, ben 14, con Santacroce che guida il gruppo già a quota 2; mentre a livello di squadra guidano Torino ed Inter con 3 rossi a testa. Alte pure le ammonizioni, con 17 squadre su 20 che ne hanno prese almeno 10; con il Catania che capitaneggia con un totale di 18 cartellini gialli. Curioso, però, che nessun catanese sia nelle prime 8 posizioni dei calciatori più ammoniti, cioè con 3 o più cartellini, dove Olivera e Lanzaro guidano il gruppo già a quota 4.
Ci sono, poi, giocatori ai quali viene concesso un peso diverso rispetto alle contromisure usate per altri. Personaggi come Gattuso, si sono creati una reputazione tale che gli arbitri sono lievemente più magnanimi, e sempre più raramente tirano fuori il cartellino. Comunque, la cosa non vale per tutti e si sono venuti a creare fallosi "buoni" e "cattivi", ai quali non viene perdonato niente. Basta vedere un giocatore come Burdisso - espulsione sacrosanta la sua ieri sera - che viene punito in modo martellante, ma ci sarebbe da vedere cosa sarebbe successo se a fare l'intervento fosse un certo Paolo Maldini. Se andiamo a vedere il numero di falli commessi notiamo che ci sono molti giocatori con un alto temperamento: Gattuso (17), Donadel (17), Pinzi (15), Inler (15), Delvecchio (14) giusto per citarne alcuni. Ma ci credete che il "violento" Materazzi non è tra i primi 50? Molti sono interditori del centrocampi, il ruolo più nevralgico - anche se a dire il vero i primi sono alcune punte con Paolucci (20) e Zàrate (17) - ma non per tutti viene usato lo stesso metro, che può cambiare certamente a seconda dell'arbitro, ma non in modo così evidente; ci vorrebbe maggiore uniformità.
A parte la pericolosità degli interventi, si rischia di spezzare sempre di più il gioco, ed a rimetterci è inevitabilmente la fluidità e lo spettacolo della partita. Ovvio, il fallo è parte integrante del gioco ed ha più di un suo perché, ha anche un certo "fascino" - se vogliamo - il ruolo di un mediano, ma bisogna che i giocatori in genere si adeguino ad utilizzare meno temperamento nelle loro azioni e cercare di compiere solamente falli "necessari". Se qualcuno non la pensasse come me, lo invito a guardare il seguente video, ed a riflettere se certi interventi non andrebbero censurati. Combattiamo per ridurre al minimo queste vere e proprie violenze (alcuni episodi non sono riguardanti falli in campo).
Il campionato italiano è quello dove vengono fischiati più falli in assoluto - anche per la fiscalità degli arbitri - mentre in Inghilterra, sorprendentemente, ne vengono fischiati nettamente meno, ma anche per una maggiore lassività da parte dei direttori di gara, che lasciano correre molto di più. Eppure, non sono da meno in Premier, avendo effettuato interventi assassini - come quelli su Eduardo ed il più recente tackle di Pogatetz su Rodrigo Possebon (http://it.youtube.com/watch?v=42UPmAE4LX8 questo è il link per il fallo). La FIFA si è voluta muovere a tale scopo, per evitare che incrementino gli scontri di questo genere sul rettangolo da gioco nel futuro, proteggendo l'integrità dei giocatori, i quali mettono letteralmente a repentaglio la proprio carriera. Sono due i numeri che crescono in modo lineare con il numero dei falli commessi: gli infortuni e la violenza negli stadi.
Da quando c'è stata questa metamorfosi nel gioco, le squadre - oltre che per l'incremento degli impegni - hanno dovuto allargare le rose, assicurandosi due giocatori a ruolo, entrambe di livello, in modo da poter continuare a competere nel caso che uno dei due subisse un infortunio. Non che i falli siano una novità, sono sempre esistiti, pure gravi, ma sicuramente c'è più sregolatezza e foga negli interventi fallosi del calcio giocato oggi giorno. Inoltre, la necessità di allargare le rose ha portato ad una necessità di comprare giocatori, favorendo l'ingresso di stranieri rispetto ai talenti nazionali, poiché i migliori vanno nei "top club" e le piccole - per continuare a competere - devono pescare in altri campionati.
Ugualmente vanno a braccetto gli episodi negativi dei tifosi ed i falli commessi. Sono complementari l'uno per l'altro: quando il pubblico incita i giocatori in un certo modo, essi tendono a metterci una foga ulteriore, facendo valere pure il viceversa. Non è un caso che le partite a porte chiuse - pur perdendo eccessivamente di spettacolo - registrano un numero di falli nettamente inferiore rispetto alle gare giocate davanti ai rispettivi tifosi. C'è da dire che il pubblico tende a fischiare solamente gli avversari e mai i propri giocatori, che invece vengono incitati a mirare per le gambe.
Tanto per fornire qualche numero, facendo una media pesata dei falli commessi in queste prime giornate si ha un totale di 33,6 falli a partita; un'enormità. Dall'inizio del campionato ci sono ben 21 partite con più, o pari a, 40 falli; con il record che per ora viene attribuito alla recente Fiorentina-Genoa e alla precedente Reggina-Milan, con 53 interventi fallosi. Sono alti anche i numeri di cartellini in questa stagione, ben 14, con Santacroce che guida il gruppo già a quota 2; mentre a livello di squadra guidano Torino ed Inter con 3 rossi a testa. Alte pure le ammonizioni, con 17 squadre su 20 che ne hanno prese almeno 10; con il Catania che capitaneggia con un totale di 18 cartellini gialli. Curioso, però, che nessun catanese sia nelle prime 8 posizioni dei calciatori più ammoniti, cioè con 3 o più cartellini, dove Olivera e Lanzaro guidano il gruppo già a quota 4.
Ci sono, poi, giocatori ai quali viene concesso un peso diverso rispetto alle contromisure usate per altri. Personaggi come Gattuso, si sono creati una reputazione tale che gli arbitri sono lievemente più magnanimi, e sempre più raramente tirano fuori il cartellino. Comunque, la cosa non vale per tutti e si sono venuti a creare fallosi "buoni" e "cattivi", ai quali non viene perdonato niente. Basta vedere un giocatore come Burdisso - espulsione sacrosanta la sua ieri sera - che viene punito in modo martellante, ma ci sarebbe da vedere cosa sarebbe successo se a fare l'intervento fosse un certo Paolo Maldini. Se andiamo a vedere il numero di falli commessi notiamo che ci sono molti giocatori con un alto temperamento: Gattuso (17), Donadel (17), Pinzi (15), Inler (15), Delvecchio (14) giusto per citarne alcuni. Ma ci credete che il "violento" Materazzi non è tra i primi 50? Molti sono interditori del centrocampi, il ruolo più nevralgico - anche se a dire il vero i primi sono alcune punte con Paolucci (20) e Zàrate (17) - ma non per tutti viene usato lo stesso metro, che può cambiare certamente a seconda dell'arbitro, ma non in modo così evidente; ci vorrebbe maggiore uniformità.
A parte la pericolosità degli interventi, si rischia di spezzare sempre di più il gioco, ed a rimetterci è inevitabilmente la fluidità e lo spettacolo della partita. Ovvio, il fallo è parte integrante del gioco ed ha più di un suo perché, ha anche un certo "fascino" - se vogliamo - il ruolo di un mediano, ma bisogna che i giocatori in genere si adeguino ad utilizzare meno temperamento nelle loro azioni e cercare di compiere solamente falli "necessari". Se qualcuno non la pensasse come me, lo invito a guardare il seguente video, ed a riflettere se certi interventi non andrebbero censurati. Combattiamo per ridurre al minimo queste vere e proprie violenze (alcuni episodi non sono riguardanti falli in campo).






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