giovedì 26 febbraio 2009

Amarcord Ci Siamo Stati Anche Noi: Roberto Muzzi

Non è necessariamente un campione internazionale un giocatore che è ricordato come amarcord, può anche essere un calciatore che è stato importante per la risalita di due squadre nobili come Cagliari e Torino, riportate in Serie A grazie ai gol sonanti di Roberto Muzzi. Una punta grezza, non certo fine tecnicamente, ma potente, una forza della natura, tant'è che per esultare si divertiva ad esibire i propri muscoli, sollevando anche un caso a riguardo del regolamento sportivo a cui poi è stata fatta una modifica per ammonire tutti i giocatori che esultavano rimuovendosi la maglia. Ha girovagato gran parte del Paese, giocando in numerose società e segnando sempre gol.

Gli inizi li muove a Roma (Roma, 21 settembre 1971), sua città natale, dove cresce nelle giovanili giallorosse, esordendo pure in Serie A nel corso del campionato 1989/90 in un Roma-Inter finito 1-1. L'anno seguente aumenta la fiducia attorno a lui e riesce pure a segnare i suoi primi gol, finendo con 15 presenze e 3 marcature all'attivo. Un buon bottino per un ragazzino che con il suo fisico se la può giocare già con i grandi. Non fa presenze in Coppa Italia, ma quell'anno la Roma vince il trofeo che comunque figura nel Palmarès di Muzzi. Le stagioni seguenti non sono molto esaltanti in giallorosso, ma in Nazionale riesce a conquistare con la Nazionale Under-21 ben due Europei: nel 1992 e nel 1994, sotto la guida di Cesare Maldini. A dire il vero, la stagione 1993/1994 la passa in prestito dalla Roma al Pisa in Serie B, per vedere di che stoffa è realmente fatto il ragazzo, ed il campionato disputato è buono, con 8 reti in 23 partite. Si decide di provare a tenerlo nella Capitale, ma è un ritorno temporaneo, poiché viene ceduto nel novembre 1994 al Cagliari.

Un errore vista la prima stagione disputata nelle fila dei sardi con cui gioca 22 gare e segna 12 reti, riuscendo a tenere la formazione rossoblù saldamente nella massima serie. L'anno dopo, purtroppo, nonostante l'impegno i gol di Muzzi vengono meno, solamente tre, ed il Cagliari ne risente e retrocederà in Serie B. Tuttavia, è solamente una breve parentesi di buio, visto che i gol di Muzzi ci sono con continuità e nel 1997/1998 viene centrata la promozione grazie anche alle 17 marcature del bomber romano. Roberto Muzzi è arrivato alla sua completa maturazione fisica e come calciatore e la stagione che segue la promozione lo conferma come un ottimo attaccante pure in Serie A.

Su di lui mette glo occhi l'Udinese, che ha un progetto ambizioso da portare avanti e vede in Muzzi i "muscoli" giusti per dare peso e gol all'attacco friulano. La prima stagione è ottima - come solito - e Muzzi diventa idolo della tifoseria e diventa un punto fisso dell'attacco bianconero. Nel 2000 conquista con la squadra la Coppa Intertoto, ma la stagione che segue non è altrettanto prolifica per Muzzi, che si riprende nettamente nel 2001/2002 per calare nella sua quarta - ed ultima - stagione nel Friuli. Con l'Udinese disputa 4 campionati di Serie A, giocando 103 partite e realizzando 39 reti.

Nonostante inizi ad avere una certa età, c'è sempre chi cerca Muzzi come pedina aggiuntiva per completare il proprio attacco. Torna, infatti, a Roma, ma sulla sponda biancoceleste della Lazio. Sfortunatamente questa sua nuova esperienza nella Capitale non è molto felice, poiché non ha grande continuità e non riesce nemmeno a segnare regolarmente, partendo spesso dalla panchina. Riesce, comunque, a farsi ricordare segnando gol importanti come quello valido per la salvezza nel 2004/2005. Nel settembre 2005 viene ceduto al Torino, in Serie B, con cui conquista la serie A dopo una sudata partita segnando anche una rete di testa in seguito ad un calcio d'angolo e realizzando 8 reti in totale; l'annata seguente la disputa ancora con i granata, di nuovo in Serie A, realizzando 3 reti, tra le quali si ricorda quella della vittoria salvezza allo stadio Olimpico contro la Roma.

E' l'ultima stagione nella massima serie per Muzzi a cui scade il contratto sportivo con il Torino nel 2006/2007, ma la punta si sente ancora di voler calcare i campi da calcio ed all'età di 35 anni decide di scendere in C1 per firmare un biennale con il Padova. Per giocare ancora ha rifiutato la proposta del Torino di allenare una squadra giovanile della categoria "Allievi", ma nell'Ottobre del 2008 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato all'età di 37 anni. Forse era meglio accettare l'offerta granata e mettere da parte i muscoli per una volta.


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