
Prima o poi - tanto - gli sarebbe toccata questa rubrica, quindi tanto vale dedicargliela in una delle giornate dove, come succede spesso, si è reso protagonista. Ovviamente, stiamo parlando di Alberto Gilardino, ritrovato e rinato centravanti che ora porta gioia ai tifosi della Fiorentina, segnando a raffica, totalizzando 3 delle 4 reti dei viola in campionato. Gilardino è uno a cui il gol non è mai mancato ed ha dimostrato di non essersi dimenticato questa nobile arte. E' arrivato alla società dei Della Valle dopo essere passato da Milano, sponda rossonera, dove - a quanto pare - non è riuscito a dare quello che gli veniva richiesto.
Il ragazzo di Biella - nato il 5 luglio 1982 - viene scoperto dal Piacenza e milita nelle giovanili emiliane, facendo il suo esordio in Serie A a soli 17 anni (6 gennaio 2000, ironia della sorte, Piacenza-Milan). In quella stagione Gila raccatterà 17 presenze e tre reti, attirando le attenzioni del Verona, che successivamente rileveranno il suo cartellino per la prossima stagione. Era stato allestito un bel Verona, con tanti prospetti interessanti del panorama europeo, dove Alberto poteva crescere in pace ed imparare dagli altri. Alcuni dei campioni che militeranno con Gilardino nelle due stagioni che passerà a Verona sono: Adrian Mutu, Mauro German Camoranesi, Massimo Oddo, Marco Cassetti, Emiliano Bonazzoli, Dario Dainelli, Andrea Dossena e Paolo Cannavaro; insomma - oggi - farebbero una bella squadra. Purtroppo, non erano ancora maturi a sufficienza, ed il Verona retrocesse nel 2002 all'ultima giornata di campionato, perdendo per 3-0 contro il Piacenza (l'ironia segue Gilardino).
Il bottino di Gila non è immenso - 5 gol in 41 presenze - nei due anni di Verona, ma c'è un allenatore che crede in lui e ne caldeggia l'acquisto e va per il nome di Cesare Prandelli. L'attuale allenatore della Fiorentina stava per iniziare la sua eccellente parentesi a Parma e voleva a tutti i costi il ragazzo di Biella a fare da terzo elemento per l'attacco, di cui erano già parte Mutu e Adriano. La prima stagione viene vissuta nell'ombra dei due ragazzi citati, ma riesce comunque a ritagliarsi un suo spazio ed a convincere la piazza che si può puntare su di lui per le seguenti stagioni. A turbare l'ambiente ci fu il crack finanziario del Parma che portò alla cessione di molti suoi gioielli - Mutu su tutti e Adriano a gennaio ritornò all'Inter - ma Alberto non si lasciò tramortire e confermò la fiducia della società nei suoi confronti realizzando 23 reti in 34 presenze, più altre 3 marcature in Coppa UEFA. E' vero che fosse ben sorretto, Morfeo lo mandava in porta da ogni posizione ed i laterali Bresciano-Marchionni mettevano cross invitanti su cui potersi fiondare, ma fu proprio in questo periodo che si distinse il bomber. Si iniziò ad intravedere uno spiccato fiuto del gol ed una capacità di segnare incredibile, vedendogli realizzare reti di ogni genere, abbinando in modo unico le capacità fisiche a quelle tecniche. Fu proprio nel 2004 ce Gilardino vinse l'Europeo Under 21 in Germania (4 gol e capocannoniere a pari merito con Johan Elmander), poi il bronzo all'Olimpiade di Atene 2004 (4 reti), meritandosi, infine, l'esordio nella Nazionale maggiore di Lippi. Vincerà alla fine della stagione calcistica l'Oscar del Calcio come miglior giovane. La stagione 2004/2005 fu una totale conferma delle sue doti; ora era pronto per il definitivo salto in una grande squadra, ma solo dopo aver battuto il Bologna nello spareggio per la Serie B (l'anno di calciopoli), concludendo così l'esperienza parmigiana con 51 gol in 98 presenze; si, i dati sono reali. Il tutto si conclude con la gioia di vincere due Oscar del Calcio come Miglior Italiano e Miglior Assoluto.
Parma non è più una realtà per giocatori della caratura di Gilardino, quindi il giocatore si trasferirà al Milan, che porterà alle casse gialloblù una cifra intorno ai 24 milioni di euro; puro ossigeno per gli emiliani. La prima stagione di Gilardino a Milano è esaltante e convincente, anche se quelle 10 partite senza segnare in Champions League destarono qualche dubbio e pure qualche critica. Nonostante le ombre che si tentava di gettare sul giocatore, Lippi lo convocò per il Mondiale 2006 in Germania, dove Alberto di laurea Campione del Mondo (la Germania al GIla porta bene per i tornei di Nazionale). Alberto è un ragazzo forte e sostiene di essere da Milan, riuscendo a sbloccarsi la stagione successiva anche in Europa, ma segnando leggermente dell'annata precedente, causando ulteriori mugugni in casa milanista. Tuttavia, la stagione porta il successo della Champions League 2006/2007 ed ogni tristezza viene scacciata via. L'anno seguente dovrebbe essere quello della consacrazione di Glardino in rossonero, ma nonostante l'aggiunta al Palmarés personale di Supercoppa Europea e Supercoppa Intercontinentale, la terza - ed ultima - stagione di Gila in rossonero è da incubo. Ancelotti non lo vede e lo schiera raramente in campo, poi con l'arrivo di Pato e l'exploit di Inzaghi a Gilardino rimangono solo le briciole di un ambiente che non pare credere più nelle sue capacità. Inoltre, viene sempre accostato di più alle notizie di gossip, invadendo ancora di più lo spazio di un ragazzo molto sensibile. Ci si domanda dove sia finito quel bomber dal fiuto inimitabile che la metteva dentro da qualunque parte, a cui bastava dare un appoggio alle spalle che trovava il modo di fregarti?
Mentre a Milano regna il caos, c'è un ds che non si lascia sfuggire niente e come uno squalo si avventa quando sente l'odore di un affare. Così, dopo una trattativa durata poco più di un mese, Pantaleo Corvino riporta Gilardino alla corte di Prandelli, questa volta alla Fiorentina. C'è un progetto ambizioso alla società viola e lui viene acquistato per fare il salto di qualità richiesto per competere a livello internazionale. Ritrova a Firenze alcuni giocatori che hanno militato assieme a lui a Parma, tra i quali Frey, Mutu e Donadel; ma la vera fortuna di Gilardino è ritrovare Prandelli, un allenatore che ha sempre creduto in lui e plasma la squadra in modo da ruotare attorno ai suoi movimenti. Gilardino, oltre che essere un grande goleador, è pure generoso in campo e non pretende che i suoi compagni gli devono offrire tutti i palloni, ma se li va pure a prendere da solo, pressando costantemente, contribuendo quindi, oltre che alla manovra offensiva, anche a quella di costruzione del gioco.
Molti sono scettici sul suo possibile rendimento, ma il precampionato ed i preliminari di Champions League - abbinati alla Nazionale - lo fanno diventare immediatamente beniamino dei tifosi. A Firenze Gilardino trova l'ambiente e la serenità giusti per farlo tornare tra i migliori nel suo ruolo e per tornare ai livelli a cui ci aveva abituati. Sarà nell'esordio in campionato - in casa contro l'acerrima nemica Juventus - che scoccherà l'amore tra i tifosi viola e Gilardino, quando la punta agguanta il pareggio con una prodezza al novantesimo. Da lì Gilardino non si ferma quasi più, con l'ultimo gesto tecnico incredibile timbrato sabato sera contro il Genoa. In quella rete ci sono classe, tenacia, freddezza, tecnica, fisico, agilità ed istinto; insomma, questo ragazzo ce le ha tutte per poter fare meglio di Toni a Firenze e per diventare il futuro centravanti della Nazionale.
Se vi siete scordati di alcune prodezze e intendete rifarvi gli occhi guardate pure:
Il ragazzo di Biella - nato il 5 luglio 1982 - viene scoperto dal Piacenza e milita nelle giovanili emiliane, facendo il suo esordio in Serie A a soli 17 anni (6 gennaio 2000, ironia della sorte, Piacenza-Milan). In quella stagione Gila raccatterà 17 presenze e tre reti, attirando le attenzioni del Verona, che successivamente rileveranno il suo cartellino per la prossima stagione. Era stato allestito un bel Verona, con tanti prospetti interessanti del panorama europeo, dove Alberto poteva crescere in pace ed imparare dagli altri. Alcuni dei campioni che militeranno con Gilardino nelle due stagioni che passerà a Verona sono: Adrian Mutu, Mauro German Camoranesi, Massimo Oddo, Marco Cassetti, Emiliano Bonazzoli, Dario Dainelli, Andrea Dossena e Paolo Cannavaro; insomma - oggi - farebbero una bella squadra. Purtroppo, non erano ancora maturi a sufficienza, ed il Verona retrocesse nel 2002 all'ultima giornata di campionato, perdendo per 3-0 contro il Piacenza (l'ironia segue Gilardino).
Il bottino di Gila non è immenso - 5 gol in 41 presenze - nei due anni di Verona, ma c'è un allenatore che crede in lui e ne caldeggia l'acquisto e va per il nome di Cesare Prandelli. L'attuale allenatore della Fiorentina stava per iniziare la sua eccellente parentesi a Parma e voleva a tutti i costi il ragazzo di Biella a fare da terzo elemento per l'attacco, di cui erano già parte Mutu e Adriano. La prima stagione viene vissuta nell'ombra dei due ragazzi citati, ma riesce comunque a ritagliarsi un suo spazio ed a convincere la piazza che si può puntare su di lui per le seguenti stagioni. A turbare l'ambiente ci fu il crack finanziario del Parma che portò alla cessione di molti suoi gioielli - Mutu su tutti e Adriano a gennaio ritornò all'Inter - ma Alberto non si lasciò tramortire e confermò la fiducia della società nei suoi confronti realizzando 23 reti in 34 presenze, più altre 3 marcature in Coppa UEFA. E' vero che fosse ben sorretto, Morfeo lo mandava in porta da ogni posizione ed i laterali Bresciano-Marchionni mettevano cross invitanti su cui potersi fiondare, ma fu proprio in questo periodo che si distinse il bomber. Si iniziò ad intravedere uno spiccato fiuto del gol ed una capacità di segnare incredibile, vedendogli realizzare reti di ogni genere, abbinando in modo unico le capacità fisiche a quelle tecniche. Fu proprio nel 2004 ce Gilardino vinse l'Europeo Under 21 in Germania (4 gol e capocannoniere a pari merito con Johan Elmander), poi il bronzo all'Olimpiade di Atene 2004 (4 reti), meritandosi, infine, l'esordio nella Nazionale maggiore di Lippi. Vincerà alla fine della stagione calcistica l'Oscar del Calcio come miglior giovane. La stagione 2004/2005 fu una totale conferma delle sue doti; ora era pronto per il definitivo salto in una grande squadra, ma solo dopo aver battuto il Bologna nello spareggio per la Serie B (l'anno di calciopoli), concludendo così l'esperienza parmigiana con 51 gol in 98 presenze; si, i dati sono reali. Il tutto si conclude con la gioia di vincere due Oscar del Calcio come Miglior Italiano e Miglior Assoluto.
Parma non è più una realtà per giocatori della caratura di Gilardino, quindi il giocatore si trasferirà al Milan, che porterà alle casse gialloblù una cifra intorno ai 24 milioni di euro; puro ossigeno per gli emiliani. La prima stagione di Gilardino a Milano è esaltante e convincente, anche se quelle 10 partite senza segnare in Champions League destarono qualche dubbio e pure qualche critica. Nonostante le ombre che si tentava di gettare sul giocatore, Lippi lo convocò per il Mondiale 2006 in Germania, dove Alberto di laurea Campione del Mondo (la Germania al GIla porta bene per i tornei di Nazionale). Alberto è un ragazzo forte e sostiene di essere da Milan, riuscendo a sbloccarsi la stagione successiva anche in Europa, ma segnando leggermente dell'annata precedente, causando ulteriori mugugni in casa milanista. Tuttavia, la stagione porta il successo della Champions League 2006/2007 ed ogni tristezza viene scacciata via. L'anno seguente dovrebbe essere quello della consacrazione di Glardino in rossonero, ma nonostante l'aggiunta al Palmarés personale di Supercoppa Europea e Supercoppa Intercontinentale, la terza - ed ultima - stagione di Gila in rossonero è da incubo. Ancelotti non lo vede e lo schiera raramente in campo, poi con l'arrivo di Pato e l'exploit di Inzaghi a Gilardino rimangono solo le briciole di un ambiente che non pare credere più nelle sue capacità. Inoltre, viene sempre accostato di più alle notizie di gossip, invadendo ancora di più lo spazio di un ragazzo molto sensibile. Ci si domanda dove sia finito quel bomber dal fiuto inimitabile che la metteva dentro da qualunque parte, a cui bastava dare un appoggio alle spalle che trovava il modo di fregarti?
Mentre a Milano regna il caos, c'è un ds che non si lascia sfuggire niente e come uno squalo si avventa quando sente l'odore di un affare. Così, dopo una trattativa durata poco più di un mese, Pantaleo Corvino riporta Gilardino alla corte di Prandelli, questa volta alla Fiorentina. C'è un progetto ambizioso alla società viola e lui viene acquistato per fare il salto di qualità richiesto per competere a livello internazionale. Ritrova a Firenze alcuni giocatori che hanno militato assieme a lui a Parma, tra i quali Frey, Mutu e Donadel; ma la vera fortuna di Gilardino è ritrovare Prandelli, un allenatore che ha sempre creduto in lui e plasma la squadra in modo da ruotare attorno ai suoi movimenti. Gilardino, oltre che essere un grande goleador, è pure generoso in campo e non pretende che i suoi compagni gli devono offrire tutti i palloni, ma se li va pure a prendere da solo, pressando costantemente, contribuendo quindi, oltre che alla manovra offensiva, anche a quella di costruzione del gioco.
Molti sono scettici sul suo possibile rendimento, ma il precampionato ed i preliminari di Champions League - abbinati alla Nazionale - lo fanno diventare immediatamente beniamino dei tifosi. A Firenze Gilardino trova l'ambiente e la serenità giusti per farlo tornare tra i migliori nel suo ruolo e per tornare ai livelli a cui ci aveva abituati. Sarà nell'esordio in campionato - in casa contro l'acerrima nemica Juventus - che scoccherà l'amore tra i tifosi viola e Gilardino, quando la punta agguanta il pareggio con una prodezza al novantesimo. Da lì Gilardino non si ferma quasi più, con l'ultimo gesto tecnico incredibile timbrato sabato sera contro il Genoa. In quella rete ci sono classe, tenacia, freddezza, tecnica, fisico, agilità ed istinto; insomma, questo ragazzo ce le ha tutte per poter fare meglio di Toni a Firenze e per diventare il futuro centravanti della Nazionale.
Se vi siete scordati di alcune prodezze e intendete rifarvi gli occhi guardate pure:






Nessun commento:
Posta un commento