Mi scuso anticipatamente se oggi non ho potuto fare l'articolo per il pre-partita con relative scommesse, ma ero sommerso da mille altre cose da fare e non ne ho avuto il tempo; tant'è che sono arrivato in affanno a vedere le partite, ma per fortuna non mi sono mancato niente. Una terza giornata che regala pochi gol, in attesa del posticipo serale (per ora sono 17 con un solo 0-0), ma che fornisce tanta sostanza. Scontri che danno conferme ad alcuni e frenano gli animi di chi volava sulle ali dell'entusiasmo, come già era successo all'Atalanta ieri. Si dice che la classifica si può guardare dalla quinta giornata in poi, quindi diamo ancora tempo per vedere qualcosa maturare per iniziare a trarre qualche conclusione logica; effettivamente è ancora prematuro parlare di "zone". Quel che è certo è che, per ora, in testa alla classifica torniamo a rivedere Inter e Juventus, entrambe vincenti quest'oggi, e finalmente possiamo parlare di capoliste "solide". Arrivano ottime conferme anche dall'ambiente viola della Fiorentina, evidenziando la voglia di provare ad esserci fino alla fine; ed anche un Palermo in grande spolvero dopo la vittoria della scorsa settimana con la Roma. Andiamo quindi a riassumere quel che sono state le partite di oggi pomeriggio.
Si parte con il "derby dell'Appennino" che torna dopo svariati anni di assenza. In un atmosfera ambigua di un Franchi aperto ai soli abbonati, per motivi di sicurezza inesistenti, la squadra allenata da Cesare Prandelli riesce ad aggiudicarsi i tre punti, ripartendo dopo la prestazione così così contro il Napoli. Un vero e proprio turnover quello effettuato dall'allenatore di Orzinuovi, che cambia 5/11 della formazione presentata contro il Lione, tornando al 4-3-3 classico; la sorpresa più grande sarà data dalla assenza di Mutu, che rimarrà in panchina per l'intera partita, a favore di Jovetic all'esordio da titolare in Serie A, ma sarà tutt'altro che una scelta infelice. La Fiorentina parte molto bene, mostrando un bel gioco costituito da tocchi di prima e molto movimento anche in fase di non possesso; sorprende l'attività dei giocatori viola, che sembrano non risentire assolutamente alcuna fatica dagli ultimi impegni, sembrando addirittura più freschi del Bologna, che pare impacciato, preoccupandosi più di studiare che impensierire l'avversario. La Fiorentina fa molto più pressing e la supremazia tecnico/tattica a centrocampo è visibile, vista anche una prestazione ottima di tutta la linea mediana, Donadel su tutti, che ringhia su ogni pallone e riesce ad impostare con ordine ed inserirsi negli spazi, provando pure qualche conclusione dalla distanza. Ottimo Jovetic che riesce spesso a pescare Gilardino sui movimenti, qualche errore, ma è giovane e ci può stare, troverà i meccanismi migliori con il tempo; l'importante è la sensazione che Prandelli possa contare su di lui. Rischia poco la Fiorentina, concedendo solamente qualche spazio difensivo, ma le iniziative sono tutte fermate senza troppa fatica da Frey; sicuramente il ritorno di Gamberini in difesa dona maggiore sicurezza. La Fiorentina trova il gol su una bella azione innescata da un'apertura di Jorgensen per Santana che pennella un cross sulla testa di Gilardino: sesto gol stagionale per l'attaccante ex Milan. Certo, Ancelotti dice di puntare più sull'intuito di Inzaghi che sugli schemi; ma un Gilardino come questo fa comodo a chiunque, 15 mlioni di euro spesi MOLTO bene. C'è qualche tentativo di reazione da parte del Bologna con Volpi, ma è la Fiorentina che continua a mietere gioco, beccando anche un palo sull'iniziativa dai 30 metri di Kuzmanovic, infinito oggi, sfortunato in qualche occasione. Insomma, per Prandelli è una bella soddisfazione, ed il fatto di aver tenuto "il Fenomeno" in panchina è una chiara indicazione che alla Fiorentina il posto ce l'ha chi sta meglio, quindi bisogna lavorare sodo. C'è un progetto da seguire.
Sull'isola della Sardegna, invece, un'altra big, la Juventus, si giocava i tre punti al Sant'Elia, uno stadio che non le porta notoriamente un gran bene. Ranieri è forzato a fare delle scelte tecniche dopo il forfait a lunga degenza di Trezeguet e Del Piero che deve riprendere fiato; vanno quindi in campo le due "punte di riserva": Amaurì e Iaquinta. Poco da dire, tutto quello che era stato visto in precampionato viene confermato, questi due si trovano, eccome. Allegri deve stare attento alle furie di Cellino, un altro presidente dall'esonero facile, sicuramente non contento della posizione in classifica, ma per lo meno il Cagliari di oggi ha fatto la sua onesta partita. Pronti via, Amauri segna al 2', ma Brighi annulla il gol per un presunto fallo di Iaquinta ai danni di Parola, decisione molto discutibile da parte dell'arbitro. E' comunque una coppia d'attacco carica ed affiatata, pronta a mostrare a Ranieri che loro sono da Juve. Matri scalda in qualche occasione i guantoni di San Gigi Buffon, ma si vede che il portierone non è al meglio; sarà poi costretto a lasciare il posto a Manningher nel secondo tempo. Prima della fine del primo tempo arriva il gol di Amaurì, con un'azione simile a quella del gol annullato, ma stavolta è valido e si rivelerà decisivo. Allegri prova il tutto per tutto inserendo Jeda ed Acquafresca, ed è proprio il brasiliano a creare un pericolo che Manningher sventa; prodigioso poi con una parata eccezionale sul destro al volo di Matri. Una Juventus cinica, che porta a casa altri tre punti con il minimo sforzo e che mostra di poter contare anche sui giovani come Marchisio e De Ceglie. Mistero Giovinco che non vede il campo, ma Nedved, prima o poi, dovrà pur riposarsi. Una Torino bianconera che sorride a rivedersi capolista dopo tanto tempo sotto la doccia fredda; un primato che affianca a braccetto Mourinho e Ranieri, un rapporto da cui entrambi vorrebber divorziare il prima possibile.
Per una Juve che sorride c'è sempre un Toro che piange. La squadra di De Biasi viene travolta da un tir, che è l'Inter dei primi 75', dimostrando una tenuta atletica eccezionale ed un potenziale veramente impressionante. Quaresma rimane in panchina e ci si affida ad Adriano in avanti con Ibrahimovic e Mancini; il terzo schema diverso proposto da Mourinho da quando è all'Inter, ma lui sostiene che non sia una questione di formule, bensì del gioco che i suoi riescono ad esprimere e se esso combacio con ciò che lui richiede. Gli elogi fatti alla squadra fanno intendere che l'Inter risponde eccome ai suoi richiami, soprattutto quel numero 8, quel giocatore più alieno che umano che impressiona adesso anche per continuità. Grossolano qualche errore del Torino, soprattutto sui primi due gol: Mancini è tutto solo soletto e riesce ad arrivare sul fondo, sbagliando il cross, ma trovando la deviazione decisiva di Pisano (un altro autogol!) mentre poi è Maicon che può avanzare con tutta tranquillità per poi esplodere un destro impressionante ad incrociare nel sette opposto. Cairo e Moratti sono molto amici, ma dubito che il presidente del Toro abbia preso bene questa figura. Un Rosina acciaccato lascia il campo ad Elvis Abbruscato dopo appena mezz'ora, speriamo che per il fantasista granata non sia niente di grave, stavolta per lo meno non ci sono le imprecazioni per De Biasi. Al 51' Julio Cesar evita a Cambiasso di unirsi nella combriccola dell'autogol, ma è proprio sulla ripartenza che Ibrahimovic fa uno scatto da sprint, facendosi metà campo fino a trovarsi di fronte a Sereni, beffandolo con un elegantissimo tocco di esterno destro. L'Inter fa il risultato tondo ed inizia a moderare i toni, come si è visto fare ultimamente, soffrendo in maniera incredibile gli ultimi venti minuti di gioco, dove ad un quarto d'ora dalla fine Abbruscato accorcia le distanze, ed è un gol che pare suonare la sveglia per il Torino. Il centrocampista austriaco Saumel pennella vari palloni per Bianchi e lo stesso Abbruscato: sfortunato il primo quando colpisce la traversa, neutralizzato da Julio Cesar il secondo. Si deve impegnare poi un'altra volta il portiere nerazzurro sul colpo di testa di Bianchi e poi ancora sul tiro di Diana, con tanto di smorfia di Mourinho che pensava già al peggio. Se l'Inter riuscirà a colmare questi piccoli cali di attenzione sarà sicuramente la squadra da battere fino alla fine.
Ballardini può dormire sonni tranquilli, difficilmente Zamparini avrà il nervo di esonerarlo dopo queste due belle prestazioni. Si deve fermare il giocattolo di Gasperini ad un ottimo Palermo, anche se la partita è stata equilibrata, con qualche episodio sfortunato per quelli del grifone. Purtroppo i due migliori della passata giornata sono alle prese con fastidi muscolari, quindi Miccoli da una parte e Gasbarroni dall'altra non potranno essere della partita, e nel Palermo esordisce Succi, con Cavani in appoggio all'ex Ravenna. La prima mezz'ora è uno studio tattico, fino a che Milito non decide di dimostrare a tutti le sue qualità, a noi già note, con un tiro da fermo impressionante che scavalca Amelia, ma si stampa sulla traversa. E' l'episodio che riaccende la partita, con Liverani e Simplicio che iniziano a macinare gioco, ed è proprio il ritrovato brasiliano che spedisce in porta Cavani, il quale tira di potenza e batte Rubinho per l'1-0. Incredibile il numero di 4 assist in 2 partite per Fabio Simplicio, evidentemente a volte le critiche di Zamparini fanno bene. Ci mette poco anche nel secondo tempo a trovare la via del gol il Palermo, stavolta sarà uno schema su punizione, con Liverani che tocca per Bovo, il quale tira un missile dei suoi che Rubinho probabilmente non vede nemmeno partire, ed è 2-0. Il Barbera è in delirio e sulle ali dell'entusiasmo è Cavani che viene lanciato in porta nuovamente da Simplicio, ma l'uruguagio sbaglia un gol facile facile. La legge del calcio non smentisce mai e Milito prima ci prova con una botta da fuori area e poi insacca in rete un assist al bacio di Milanetto, riaprendo il match a dieci minuti dalla fine. Match che potrebbe essere ripreso se Olivera non si divorasse letteralmente l'occasione per il pari, con Gasperini arrabbiatissimo in panchina. Dopo l'ottima prestazione con il Milan i rossoblu cedono contro un Palermo che sprizza entusiasmo da ogni poro, ottimo il lavoro fatto fino ad ora da parte di Ballardini.
Per completare l'accoppiata "della Lanterna", c'è in scena Sampdoria-Chievo a Marassi, con i clivensi alla disperata ricerca di punti ed i blucerchiati che arrivano dal fantastico 5-0 in UEFA. Stavolta, però, Bonazzoli parte dalla panchina, bloccato da un piccolo risentimento muscolare, per cui non si vuole rischiare il bomber ritrovato dopo il lunghissimo calvario. Si gioca sotto condizioni climatiche veramente avverse, con un nubifragio che si abbatte su Genova. Il primo tempo mostra qualche bella giocata di Cassano che illumina sempre per i compagni, mentre Pellissier e Langella cercano i tempi giusti per poter sferrare un attacco decisivo; allo scadere è sfortunato Palombo che centra il legno con un colpo di testa, ma è impressionante lo stato di forma di questo giocatore. Nemmeno il tempo per dire "pio" che Cassano & Co. producono un'azione da manuale del calcio, doppia triangolazione di prima, con Cassano e Franceschini e poi Cassano e Sammarco, per poi toccare in mezzo per il gol dello stesso Franceschini, un'azione fantastica e la Sampdoria che passa in vantaggio grazie al suo gioiello! Bene, è giunto il momento per sferrare il famoso attacco decisivo e Pellissier dopo una lunga sgroppata serve Langella che frega Mirante sull'uscita ed infila di sinistro in rete, pareggiando i conti dopo appena due minuti. Da qui in poi non si registreranno grandi colpi di scena e nemmeno gli ingressi di Bogdani e Bonazzoli serviranno per cambiare il risultato, con un punti che sta bene ad entrambe le squadre. Ottima quindi la prova del Chievo che porta a casa un punticino importantissimo contro la Samdporia.
E' particolare vedere una partita divertente che finisca con lo 0-0, ma Udinese-Napoli è stata proprio così. Reja avrebbe sicuramente preferito il 5-0 inaugurale della scorsa stagione, ma un punto è per sempre un ottimo risultato contro questa Udinese. L'assenza di Lavezzi viene tamponata con l'inserimento di Pià, ma il brasiliano è deludente e verrà sostituito con il "panterone" Zalayeta, passando ad un atipico 4-4-2 per la formazione partenopea. C'è aria di casa per la troupe napoletana dell'Udinese: Quagliarella e Di Natale (Floro Flores parte dalla panchina), con un pò di turnover per Marino dopo l'impegno di UEFA, mentre Reja è costretto a schierare i suoi soliti 11, facendo riposare i soli Hamsik e Denis. Primo tempo molto tattico con Di Natale e Zalayeta che creano qualche situazione pericolosa, ma sono bravi Handanovic e Iezzo a mantenere le porte inviolate. La maggior parte delle conclusioni arrivano da lontano, con Blasi che prende il palo all'inizio della ripresa, ma altrimenti tutte conclusioni ben controllate dai due portieri. Gli allenatori cercano di cambiare gli interpreti offensivi, inserendo i vari Floro Flores, Pepe e Denis, ma il risultato pare lo stesso; fino al momento in cui Santacroce si fa espellere per la seconda volta consecutiva stendendo il suo ex compagno Domizzi, Reja dovrà lavorare sul temperamento del suo difensore se vuole averlo per più di una giornata di seguito. Il Napoli si chiude dietro ed è sempre una conclusione da lontano, con autore Inler, a procurare il pericolo maggiore, stampandosi sulla traversa. Pareggio che ci può stare con nessun ferito e due formazioni che dimostrano di esserci.
L'ultima partita mette in palio punti salvezza importanti tra Lecce e Siena. Una partita che si spartisce equamente sia letteralmente che nei punti, risultato di 1-1 ed è uguale anche per i tempi giocati dalle due squadre. I toscani sono molto più determinati nel primo tempo, sfruttando la giornata no di alcuni dei giocatori chiave del Lecce. Sarà un calcio d'angolo a portare in avanti il Siena con la firma di Ficagna, abile nell'inserirsi ed a trovare il tempo giusto per la conclusione. Poco dopo il Siena potrebbe allungare, ma non viene sfruttato bene un contropiede portato avanti da Kharja. Nel secondo tempo è un'altra storia, con il Lecce di Beretta che si batte su tutti i palloni ed il Siena che pare perdere metri rispetto al raggio d'azione. Sarà Caserta, uno dei nuovi entrati, a portare il pari per il Lecce, sempre su un calcio da fermo, una punizione battuta benissimo da Zanchetta. Il Siena sparisce ed a questo punto è il Lecce a cercare di sfruttare la situazione, ma si oppone benissimo il portierino Curci, abile in almeno due occasioni a sventare il peggio. Il risultato è di 1-1 ed è giusto così.
Si parte con il "derby dell'Appennino" che torna dopo svariati anni di assenza. In un atmosfera ambigua di un Franchi aperto ai soli abbonati, per motivi di sicurezza inesistenti, la squadra allenata da Cesare Prandelli riesce ad aggiudicarsi i tre punti, ripartendo dopo la prestazione così così contro il Napoli. Un vero e proprio turnover quello effettuato dall'allenatore di Orzinuovi, che cambia 5/11 della formazione presentata contro il Lione, tornando al 4-3-3 classico; la sorpresa più grande sarà data dalla assenza di Mutu, che rimarrà in panchina per l'intera partita, a favore di Jovetic all'esordio da titolare in Serie A, ma sarà tutt'altro che una scelta infelice. La Fiorentina parte molto bene, mostrando un bel gioco costituito da tocchi di prima e molto movimento anche in fase di non possesso; sorprende l'attività dei giocatori viola, che sembrano non risentire assolutamente alcuna fatica dagli ultimi impegni, sembrando addirittura più freschi del Bologna, che pare impacciato, preoccupandosi più di studiare che impensierire l'avversario. La Fiorentina fa molto più pressing e la supremazia tecnico/tattica a centrocampo è visibile, vista anche una prestazione ottima di tutta la linea mediana, Donadel su tutti, che ringhia su ogni pallone e riesce ad impostare con ordine ed inserirsi negli spazi, provando pure qualche conclusione dalla distanza. Ottimo Jovetic che riesce spesso a pescare Gilardino sui movimenti, qualche errore, ma è giovane e ci può stare, troverà i meccanismi migliori con il tempo; l'importante è la sensazione che Prandelli possa contare su di lui. Rischia poco la Fiorentina, concedendo solamente qualche spazio difensivo, ma le iniziative sono tutte fermate senza troppa fatica da Frey; sicuramente il ritorno di Gamberini in difesa dona maggiore sicurezza. La Fiorentina trova il gol su una bella azione innescata da un'apertura di Jorgensen per Santana che pennella un cross sulla testa di Gilardino: sesto gol stagionale per l'attaccante ex Milan. Certo, Ancelotti dice di puntare più sull'intuito di Inzaghi che sugli schemi; ma un Gilardino come questo fa comodo a chiunque, 15 mlioni di euro spesi MOLTO bene. C'è qualche tentativo di reazione da parte del Bologna con Volpi, ma è la Fiorentina che continua a mietere gioco, beccando anche un palo sull'iniziativa dai 30 metri di Kuzmanovic, infinito oggi, sfortunato in qualche occasione. Insomma, per Prandelli è una bella soddisfazione, ed il fatto di aver tenuto "il Fenomeno" in panchina è una chiara indicazione che alla Fiorentina il posto ce l'ha chi sta meglio, quindi bisogna lavorare sodo. C'è un progetto da seguire.
Sull'isola della Sardegna, invece, un'altra big, la Juventus, si giocava i tre punti al Sant'Elia, uno stadio che non le porta notoriamente un gran bene. Ranieri è forzato a fare delle scelte tecniche dopo il forfait a lunga degenza di Trezeguet e Del Piero che deve riprendere fiato; vanno quindi in campo le due "punte di riserva": Amaurì e Iaquinta. Poco da dire, tutto quello che era stato visto in precampionato viene confermato, questi due si trovano, eccome. Allegri deve stare attento alle furie di Cellino, un altro presidente dall'esonero facile, sicuramente non contento della posizione in classifica, ma per lo meno il Cagliari di oggi ha fatto la sua onesta partita. Pronti via, Amauri segna al 2', ma Brighi annulla il gol per un presunto fallo di Iaquinta ai danni di Parola, decisione molto discutibile da parte dell'arbitro. E' comunque una coppia d'attacco carica ed affiatata, pronta a mostrare a Ranieri che loro sono da Juve. Matri scalda in qualche occasione i guantoni di San Gigi Buffon, ma si vede che il portierone non è al meglio; sarà poi costretto a lasciare il posto a Manningher nel secondo tempo. Prima della fine del primo tempo arriva il gol di Amaurì, con un'azione simile a quella del gol annullato, ma stavolta è valido e si rivelerà decisivo. Allegri prova il tutto per tutto inserendo Jeda ed Acquafresca, ed è proprio il brasiliano a creare un pericolo che Manningher sventa; prodigioso poi con una parata eccezionale sul destro al volo di Matri. Una Juventus cinica, che porta a casa altri tre punti con il minimo sforzo e che mostra di poter contare anche sui giovani come Marchisio e De Ceglie. Mistero Giovinco che non vede il campo, ma Nedved, prima o poi, dovrà pur riposarsi. Una Torino bianconera che sorride a rivedersi capolista dopo tanto tempo sotto la doccia fredda; un primato che affianca a braccetto Mourinho e Ranieri, un rapporto da cui entrambi vorrebber divorziare il prima possibile.
Per una Juve che sorride c'è sempre un Toro che piange. La squadra di De Biasi viene travolta da un tir, che è l'Inter dei primi 75', dimostrando una tenuta atletica eccezionale ed un potenziale veramente impressionante. Quaresma rimane in panchina e ci si affida ad Adriano in avanti con Ibrahimovic e Mancini; il terzo schema diverso proposto da Mourinho da quando è all'Inter, ma lui sostiene che non sia una questione di formule, bensì del gioco che i suoi riescono ad esprimere e se esso combacio con ciò che lui richiede. Gli elogi fatti alla squadra fanno intendere che l'Inter risponde eccome ai suoi richiami, soprattutto quel numero 8, quel giocatore più alieno che umano che impressiona adesso anche per continuità. Grossolano qualche errore del Torino, soprattutto sui primi due gol: Mancini è tutto solo soletto e riesce ad arrivare sul fondo, sbagliando il cross, ma trovando la deviazione decisiva di Pisano (un altro autogol!) mentre poi è Maicon che può avanzare con tutta tranquillità per poi esplodere un destro impressionante ad incrociare nel sette opposto. Cairo e Moratti sono molto amici, ma dubito che il presidente del Toro abbia preso bene questa figura. Un Rosina acciaccato lascia il campo ad Elvis Abbruscato dopo appena mezz'ora, speriamo che per il fantasista granata non sia niente di grave, stavolta per lo meno non ci sono le imprecazioni per De Biasi. Al 51' Julio Cesar evita a Cambiasso di unirsi nella combriccola dell'autogol, ma è proprio sulla ripartenza che Ibrahimovic fa uno scatto da sprint, facendosi metà campo fino a trovarsi di fronte a Sereni, beffandolo con un elegantissimo tocco di esterno destro. L'Inter fa il risultato tondo ed inizia a moderare i toni, come si è visto fare ultimamente, soffrendo in maniera incredibile gli ultimi venti minuti di gioco, dove ad un quarto d'ora dalla fine Abbruscato accorcia le distanze, ed è un gol che pare suonare la sveglia per il Torino. Il centrocampista austriaco Saumel pennella vari palloni per Bianchi e lo stesso Abbruscato: sfortunato il primo quando colpisce la traversa, neutralizzato da Julio Cesar il secondo. Si deve impegnare poi un'altra volta il portiere nerazzurro sul colpo di testa di Bianchi e poi ancora sul tiro di Diana, con tanto di smorfia di Mourinho che pensava già al peggio. Se l'Inter riuscirà a colmare questi piccoli cali di attenzione sarà sicuramente la squadra da battere fino alla fine.
Ballardini può dormire sonni tranquilli, difficilmente Zamparini avrà il nervo di esonerarlo dopo queste due belle prestazioni. Si deve fermare il giocattolo di Gasperini ad un ottimo Palermo, anche se la partita è stata equilibrata, con qualche episodio sfortunato per quelli del grifone. Purtroppo i due migliori della passata giornata sono alle prese con fastidi muscolari, quindi Miccoli da una parte e Gasbarroni dall'altra non potranno essere della partita, e nel Palermo esordisce Succi, con Cavani in appoggio all'ex Ravenna. La prima mezz'ora è uno studio tattico, fino a che Milito non decide di dimostrare a tutti le sue qualità, a noi già note, con un tiro da fermo impressionante che scavalca Amelia, ma si stampa sulla traversa. E' l'episodio che riaccende la partita, con Liverani e Simplicio che iniziano a macinare gioco, ed è proprio il ritrovato brasiliano che spedisce in porta Cavani, il quale tira di potenza e batte Rubinho per l'1-0. Incredibile il numero di 4 assist in 2 partite per Fabio Simplicio, evidentemente a volte le critiche di Zamparini fanno bene. Ci mette poco anche nel secondo tempo a trovare la via del gol il Palermo, stavolta sarà uno schema su punizione, con Liverani che tocca per Bovo, il quale tira un missile dei suoi che Rubinho probabilmente non vede nemmeno partire, ed è 2-0. Il Barbera è in delirio e sulle ali dell'entusiasmo è Cavani che viene lanciato in porta nuovamente da Simplicio, ma l'uruguagio sbaglia un gol facile facile. La legge del calcio non smentisce mai e Milito prima ci prova con una botta da fuori area e poi insacca in rete un assist al bacio di Milanetto, riaprendo il match a dieci minuti dalla fine. Match che potrebbe essere ripreso se Olivera non si divorasse letteralmente l'occasione per il pari, con Gasperini arrabbiatissimo in panchina. Dopo l'ottima prestazione con il Milan i rossoblu cedono contro un Palermo che sprizza entusiasmo da ogni poro, ottimo il lavoro fatto fino ad ora da parte di Ballardini.
Per completare l'accoppiata "della Lanterna", c'è in scena Sampdoria-Chievo a Marassi, con i clivensi alla disperata ricerca di punti ed i blucerchiati che arrivano dal fantastico 5-0 in UEFA. Stavolta, però, Bonazzoli parte dalla panchina, bloccato da un piccolo risentimento muscolare, per cui non si vuole rischiare il bomber ritrovato dopo il lunghissimo calvario. Si gioca sotto condizioni climatiche veramente avverse, con un nubifragio che si abbatte su Genova. Il primo tempo mostra qualche bella giocata di Cassano che illumina sempre per i compagni, mentre Pellissier e Langella cercano i tempi giusti per poter sferrare un attacco decisivo; allo scadere è sfortunato Palombo che centra il legno con un colpo di testa, ma è impressionante lo stato di forma di questo giocatore. Nemmeno il tempo per dire "pio" che Cassano & Co. producono un'azione da manuale del calcio, doppia triangolazione di prima, con Cassano e Franceschini e poi Cassano e Sammarco, per poi toccare in mezzo per il gol dello stesso Franceschini, un'azione fantastica e la Sampdoria che passa in vantaggio grazie al suo gioiello! Bene, è giunto il momento per sferrare il famoso attacco decisivo e Pellissier dopo una lunga sgroppata serve Langella che frega Mirante sull'uscita ed infila di sinistro in rete, pareggiando i conti dopo appena due minuti. Da qui in poi non si registreranno grandi colpi di scena e nemmeno gli ingressi di Bogdani e Bonazzoli serviranno per cambiare il risultato, con un punti che sta bene ad entrambe le squadre. Ottima quindi la prova del Chievo che porta a casa un punticino importantissimo contro la Samdporia.
E' particolare vedere una partita divertente che finisca con lo 0-0, ma Udinese-Napoli è stata proprio così. Reja avrebbe sicuramente preferito il 5-0 inaugurale della scorsa stagione, ma un punto è per sempre un ottimo risultato contro questa Udinese. L'assenza di Lavezzi viene tamponata con l'inserimento di Pià, ma il brasiliano è deludente e verrà sostituito con il "panterone" Zalayeta, passando ad un atipico 4-4-2 per la formazione partenopea. C'è aria di casa per la troupe napoletana dell'Udinese: Quagliarella e Di Natale (Floro Flores parte dalla panchina), con un pò di turnover per Marino dopo l'impegno di UEFA, mentre Reja è costretto a schierare i suoi soliti 11, facendo riposare i soli Hamsik e Denis. Primo tempo molto tattico con Di Natale e Zalayeta che creano qualche situazione pericolosa, ma sono bravi Handanovic e Iezzo a mantenere le porte inviolate. La maggior parte delle conclusioni arrivano da lontano, con Blasi che prende il palo all'inizio della ripresa, ma altrimenti tutte conclusioni ben controllate dai due portieri. Gli allenatori cercano di cambiare gli interpreti offensivi, inserendo i vari Floro Flores, Pepe e Denis, ma il risultato pare lo stesso; fino al momento in cui Santacroce si fa espellere per la seconda volta consecutiva stendendo il suo ex compagno Domizzi, Reja dovrà lavorare sul temperamento del suo difensore se vuole averlo per più di una giornata di seguito. Il Napoli si chiude dietro ed è sempre una conclusione da lontano, con autore Inler, a procurare il pericolo maggiore, stampandosi sulla traversa. Pareggio che ci può stare con nessun ferito e due formazioni che dimostrano di esserci.
L'ultima partita mette in palio punti salvezza importanti tra Lecce e Siena. Una partita che si spartisce equamente sia letteralmente che nei punti, risultato di 1-1 ed è uguale anche per i tempi giocati dalle due squadre. I toscani sono molto più determinati nel primo tempo, sfruttando la giornata no di alcuni dei giocatori chiave del Lecce. Sarà un calcio d'angolo a portare in avanti il Siena con la firma di Ficagna, abile nell'inserirsi ed a trovare il tempo giusto per la conclusione. Poco dopo il Siena potrebbe allungare, ma non viene sfruttato bene un contropiede portato avanti da Kharja. Nel secondo tempo è un'altra storia, con il Lecce di Beretta che si batte su tutti i palloni ed il Siena che pare perdere metri rispetto al raggio d'azione. Sarà Caserta, uno dei nuovi entrati, a portare il pari per il Lecce, sempre su un calcio da fermo, una punizione battuta benissimo da Zanchetta. Il Siena sparisce ed a questo punto è il Lecce a cercare di sfruttare la situazione, ma si oppone benissimo il portierino Curci, abile in almeno due occasioni a sventare il peggio. Il risultato è di 1-1 ed è giusto così.
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