giovedì 18 settembre 2008

Amarcord, Ci Siamo Stati Anche Noi: Ivàn Luis Zamorano Zamora

Avevo promesso una nuova rubrica ed eccovela fornita. "Amarcord, Ci Siamo Stati Anche Noi" sarà dedicata a tutti quei giocatori del passato, dai primi anni della Serie A, fino al calcio più moderno, che hanno lasciato un segno nel nostro campionato e non vanno scordati. Una sorta di meteora al contrario, ma, mentre i primi vanno nel dimenticatoio per motivi evidenti, questi vengono semplicemente rimpiazzati dai nuovi campione e non onorati in modo opportuno. Il calciatore è un lavoro che ti regala tante soddisfazioni e se giochi ad alti livelli ti porta anche molto rispetto, ma se non riesci a graffiare la storia in modo indelebile, rischi di essere uno dei tanti che ci sono stati. La rubrica vergerà soprattutto a questi giocatori, quelli di cui si parla meno, ma di cui dovremmo parlare molto di più. Riguardo spesso clip di vecchi campioni e mi emoziono a vedere le loro gesta, alcuni non li ho mai visti giocare, ma non importa, so apprezzare lo stesso e mi affascino con lo scorrere delle immagini.

Per inaugurare questa sezione ho scelto un campione che è stato troppo poco ricordato: Ivàn Luis Zamorano Zamora. Sicuramente, a leggere nel titolo il nome sono riapparsi molti ricordi, soprattutto per i tifosi interisti, che si sono potuti godere questo calciatore fortissimo in primo piano. Un uomo di grande carisma che ha giocato in club importanti durante la sua carriera, mantenendo una netta continuità, quella che caratterizza il campione. Il suo Pàlmares non è pienissimo, ma piene sono le caselline dei gol per ogni squadra in cui ha giocato. Ricopriva il ruolo di centravanti, un numero 9 a tutti gli effetti, il cui piede migliore era il destro, ma faceva del gioco aereo la sua arma più letale. Ancora oggi viene ritenuto uno dei più forti giocatori nella storia del Cile.

Nasce nel 1967 a Santiagio de Cile e sin da piccino ha il cruccio di voler giocare a calcio. Si allena giorno e notte per raggiungere il suo scopo. Si iscrive a 11 anni alle giovanli del Cobresal, ma il suo fisico gracile lo tiene spesso fuori dal campo. Gli allenatori sconsigliavano al giocatore di proseguire l'attività agonistica perchè era troppo fragile, pensate che a scuola lo chiamavano "il pidocchio". Zamorano, però, compensa al suo fisico con il suo carattere. Si allena tanto per raggiungere una stabilità fisica maggiore e migliorare nei colpi di testa vista la piccola statura; pensate che si allenava saltanto in cortile cercando di raggiungere con la testa un lampione attaccato al soffitto! Purtroppo ciò serve a poco e Zamorano non gioca mai al Cobresal, che lo presta ad un'altra giovanile, quella del Transandino. I risultati del ragazzo sono a dire poco sorprendenti, realizzando 27 gol in 14 partite, numeri da capogiro per un ragazzino di soli 19 anni. Il Cobresal ci ripensa e lo riporta alla base, dove mette a segno sempre più reti che presenze: 35 in 29 partite, mostruoso!

Ancora non andava di moda pescare giocatori in Sud America, ma queste voci non potevano essere lasciate campate per aria; a lui si interessano vari club, tra cui i Bologna, per cui fa un provino assieme al connazionale Hugo Rubio. La morale della favola è che Ivàn viene scartato, mentre il compagno selezionato; purtroppo per il Bologna, i destini dei due giocatori sono opposti, con Zamorano che finisce al St.Gallen (Svizzera) registrando altri numeri da capogiro, totalizzando in due stagioni 56 presenze condite da 34 gol (nel 1989-1990 vince la classifica capocannonieri svizzera con 23 reti). Questa fu la consacrazione definitiva per quello che sarebbe diventato uno dei più forti attaccanti del mondo.

Su di lui iniziano ad esserci gli occhi di tanti club importanti, ma la spunta il Siviglia, anche se si dice che dietro ci sia il più lesto Real Madrid. Le Merengues, infatti, lasciano Zamorano in prova al Siviglia per un biennio, ma non si smentisce mai, dimostrando di essere adatto anche per il grande calcio (59 presenze e 21 gol). Nel 1990 fa il suo esordio in Nazoinale e nel1991 con il Cile vince la medaglia di bronzo nella Copa América. Il Real Madrid decide che è tempo di farlo giocare, ed è qui che avviene la consacrazione definitiva di questo grande campione. Nel suo quadriennio a Madrid vince 1 Coppa di Spagna (1992/1993) ed un Campionato di Spagna (1994/1995), oltre che una classifica capocannonieri. I suoi 76 gol in 137 presenze nei blancos, che gli guadagnano i soprannomi di "BamBam" e "Ivàn el Terrible", affascinano Massimo Moratti, che nel 1996 decide di portarlo all'Inter. I tifosi vanno in visibilio per l'arrivo di questo grande attaccante, che lega immediatamente con l'ambiente e se ne innamora, viceversa anche l'Inter di lui. La personalità ed i gol di Zamorano lo rendono beniamino della tifoseria, che ancora oggi lo ricorda come uno dei più grandi attaccanti avuti. Curioso quando nel 1998 l'Inter decide di acquistare Ronaldo, a cui Zamorano cede il 9, ma non del tutto, poiché sceglie il numero 18 e decide di applicare un + tra i numeri in modo che la somma dei due faccia sempre 9. Dopo cinque anni, una Coppa UEFA (1997/1998) vinta contro la Lazio dove lui apre le marcature e 41 gol in 149 partite ufficiali, all'età di 31 anni, Zamorano vuole riavvicinarsi a casa, non sentendosi più protagonista, ed ovviamente viene accontentato. Lui dichiara di essere tutt'ora tifoso dell'Inter e che ai tempi rifiutò offerte dai club italiani perchè non avrebbe potuto mai giocare contro la sua ex squadra. Inoltre, durante il periodo all'Inter, Zamorano partecipa al Mondiale di Francia 1998 e alle Olimpiadi di Sydney 2000, dove conquista pure un bronzo.

Non c'è da illudersi però, la carriera di Ivàn non è assolutamente tramontata. Si trasferisce in Messico, giocando nell'América per due anni, realizzando 33 gol in 63 presenze, un più che onorevole bottino per un ormai ultra trentenne. L'ultima stagione da professionista di Zamorano sarà nel Colo Colo, la sua squadra di casa, dove conclude con 8 reti in 14 partite. Chiude la sua gloriosa carriera con una media di 0,49 gol a partita, considerando tutte le partite ufficiali fatte, un numero veramente spaventoso.

Nel 2004 Pelè decide di inserirlo nei FIFA 100, la lista dei più forti e celebri giocatori del calcio giocato. Inoltre, nello stesso anno, Zamorano viene eletto come Ambasciatore UNICEF. Ha una grande voglia di cercare di rendere il Cile un luogo dove i talenti possono crescere calcisticamente sin da giovani, e dallo stesso anno è impegnato nella costruzione di un suo ambizioso progetto, la "Città Sportiva Ivan Zamorano", una serie di complessi sportivi, terminato nel 2007. Tuttora Zamorano si dedica al calcio giovanile del Cile, coprendo il ruolo di vice allenatore per la Nazionale Under 18 cilena, e c'è chi dice che presto lo potremmo vedere sulla panchina della Nazionale maggiore. Sporadicamente partecipa assieme a Maradona ed altre vecchie glorie allo Showbol; partite di calcio tra campioni del Sud America.

Il legame tra Zamorano ed il calcio pare inossidabile, proprio così come quando lo chiamavano "il pidocchio" e dai campi da calcio gli era detto di starne lontano.

Ed ecco un video per spolverare alcuni ricordi annebbiati:



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5 commenti:

  1. Un grande personaggio del grande calcio italiano. Ci vuole personalità per passare da pidocchio a campione

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  2. Canditati prossimi per questa rubrica:
    yuri djorkaeff
    vincent candela
    boban
    marcelo salas
    desailly
    weah
    ippopotamo pippo milosevic
    boghossian

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  3. anonimo sono io..i fane--

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  4. Milosevic non verrà incluso perchè non ha marcato il campionato italiano, ma gli altri erano stati tutti presi in considerazione, meno boghossian che non mi convince altrettanto..

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