mercoledì 17 settembre 2008

Il Personaggio della Settimana: Mauro Matías Zárate

Ci ha messo poco tempo questo ragazzo ad adattarsi al campionato italiano, sono bastate due partite da titolare in assenza di Rocchi per farlo diventare beniamino dei tifosi laziali, ma amato anche da tutti i tifosi che apprezzano il calcio. Non è una sorpresa che questo ragazzo avesse le qualità per far bene, chi lo ha seguito sin da giovane nelle giovanili argentine, sa che fa parte di quella generazioni di fenomeni albiceleste. E' riuscito, comunque, a farsi notare pure dai tifosi meno esperti, che lo hanno scoperto ora nelle prime giornate di campionato, in cui ha realizzato 3 reti: una su rigore e due di pregievole fattura, ma nella sua carriera ne ha segnati tanti e di tutti i tipi. Viene da una dinastia di calciatori, dal nonno Juvenal, al babbo Sergio ed anche altri suoi tre fratelli: Sergio, Ariel e Rolando; non poteva quindi mancargli questa dote nei suoi geni. Il fratello Sergio è stato una meteora in Italia ed ora si occupa di tutelare il fratello come suo manager.

Zàrate nasce a Haedo, piccola cittadina in provinca di Bueno Aires, come il quintogenito; sin da piccolino si notava il suo talento quando giocava con i fratelli più grandi, aveva qualcosa in più già da allora. La scelta di giocare a calcio non è dettata dai soldi, poiché proviene da una famiglia agiata, quindi non il tipico ragazzo sudamericano che cerca riscatto nel mondo del pallone, lui lo fa solamente per passione. Sin da giovanissimo frequentava le giovanili del Vélez Sàarsfield, ma il suo livello era nettamente superiore a quello dei suoi compagni, quindi sin da quando aveva solamente diciassette anni, venne aggregato alla prima squadra, debuttando a diciotto anni nel 2004 e nel 2005 vince il Torneo Clausura. Anche suo fratello, Rolando, gioca nel Vélez nello stesso periodo, occludendo spazi al fratello, che deve aspettare fino al Torneo Apertura del 2006 per trovare un posto fisso da titolare; torneo in cui Zàrate figura come capocannoniere(non male per un esordiente) assieme ad un certo Rodrigo Palacio, non uno "scarpone" qualunque. Dopo il Torneo Clausura del 2007, viene chiamato a far parte della selezione argentina Under-20, per partecipare ai Mondiali U20 in Canada, vinti tra l'altro dalla stessa argentina grazie ad una rete di Mauro nella finale contro la Repubblica Ceca. Da lì inizia la sua vera celebrità, ed attira l'interesse di club internazionali ed il Vélez è costretto a venderlo, concludendo così la sua carriera in Argntina dopo tre stagione in cui realizza 22 gol in 75 presenze, non male per un under 20.

Zaràte farà una scelta di carriera particolarmente inconsueta per il calcio moderno, declinando le offerte di club importantissimi come Tottenham, Fiorentina, Valencia e Barcellona per firmare per l'Al-Sadd in Qatar che lo preleva dal Vélez per 20 milioni di dollari. L'ingaggio è ottimo, ma non ci si spiega perchè un ragazzo che viene da una famiglia benestante faccia una scelta per soldi e lui la definisce un'esperienza per dargli un trampolino di lancio verso l'Europa; un peccato vedere un talento così puro lontano dal calcio che conta. Purtroppo, poi, l'esperienza è abbastanza triste per il giovane argentino che in sei mesi riesce ad ottenere solamente 6 presenze segnando 4 gol, battendo i piedi per andarsene a gennaio. Viene accontentato e mandato in prestito al Birmingham, dove però ci mette tempo per ambientarsi, colpa anche del suo carattere difficile, un ragazzo duro, non uno con cui si tratta facilmente; viene schierato con continuità, ma i suoi 4 gol in 14 presenze non sono sufficienti per salvare il Birmingham City dalla retrocessione in Championship.

Si denotano però caratteristiche più che normali, ed il suo senso del gol è molto acuto, cercando di mettere la palla in rete da ogni zolla, tirando con entrambe i piedi, avendo la specialità delle punizioni (dote ancora non vista in Italia). E' una seconda punta che può adattarsi anche al ruolo di fantasista: velocità e tecnica sono i suoi punti di forza. Ha un dribbling elegante e nei cambi di direzione diventa difficile di marcare, perché ha buona progressione. Partecipa spesso, con profitto, anche alla costruzione della manovra.

Appena Lotito lo vede, se lo segna e decide che questo sarà l'erede di quello che furono Crespo, Salas e Bobo Vieri nell'ultimo ciclo laziale: sarà il bomber per il futuro («L’acquisto di Zarate è stata una mia iniziativa. Del resto io lavoro personalmente sulla scelta dei giocatori, visionando le cassette», giusto per non smentirsi mai). L'offerta è quella del prestito oneroso a 3 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 16 (metà da pagare nel 2009 e l'altra metà nel 2010), un investimento pesante per la Lazio, ma ne è valsa sicuramente la pena. Rossi non lo conosce, ed a prima vista pare non accorgersi di che cosa gli sia stato regalato, ma dopo pochi allenamenti in ritiro inizia a comprendere che ha a che fare con un vero e proprio fuoriclasse. Nei primi tempi alla Lazio mostra lampi di classe sopraffina, partendo da sinistra e bruciando nel breve tutti gli avversari che gli si pongono dinanzi, per andare o in porta o a fornire assist spettacolari per i suoi compagni. Ricorda molto Salas, ma rispetto al Matador è una punta fantasista più che centravanti puro, infatti Rossi, quando lo conosce meglio, dichiara: «Da prima punta Zarate fa­tica un pochino. Mi sembra che possa esprimersi meglio da seconda punta o da attaccante esterno». Analisi perfetta quella dell'allenatore laziale, poiché Zàrate ha il dribbling nel sangue, con le gambe forti che ha riesce a sfruttare molto la sua dote di puntare e andare via all'uomo per poi tirare con una velocità d'esecuzione formidabile (proprio come abbiamo visto con i nostri occhi), capace anche di numeri come il rinomato "elastico" di Cristiano Ronaldo.

Zàrate ha trascinato la Lazio nel vincere le prime due partite di campionato con le sue tre reti, cosa che non accadeva più dal 2003-2004; inoltre, ha dato ai tifosi la temporanea soddisfazione di trovarsi primi in classifica a +5 dai cugini romanisti. I tifosi sono estasiati dalle sue giocate e gli hanno già affibbiato vari soprannomi tra cui Zàrate Kid e Zàradona. Il talento c'è, anche se deve sicuramente affinare qualche movimento, poiché in fase di non possesso è ancora poco attivo, ma bisogna che il ragazzo si riesca a controllare, perchè in realtà come quella di Roma è facile perdere la testa e perdersi. Bisognerà anche vedere come gestirà la situazione Delio Rossi al rientro di Rocchi, non si può tenere nè lui nè Pandev in panchina, ma questo Zàrate non può già mettersi la pettorina. Ci sono anche Foggia e Mauri, tanta abbondanza, le scelte non fanno mai male ma si spera non rischino di rovinare uno spogliatoio proprio ora che tutto pare andare per il verso giusto. Lotito invita i suoi tifosi a non fare voli pindarici, però far sognare è lecito e Zàrate ne è capace.

Il nostro campionato ha acquisito un altro campione, non un elefante a fine carriera. Complimenti Mauro!

Godiamoci anche qualche sua giocata:


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