martedì 16 settembre 2008

Non è Come la Serie A, Ma Che Champions!

Emozioni calcistiche anche durante la settimana, finalmente arriviamo nel periodo più vivo di questo fantastico sport che non ci abbandonerà fino alla pausa di dicembre. Scendono in campo le squadre, che assieme a quelle di domani, partecipano alla fase a girone della 54esima edizione di questo torneo tra le migliori squadre europee. Tante reti, 23 in 8 partite, che portano il timbro di grandi campioni e giocatori che cercano di mettersi in mostra, con alcuni risultati a sorpresa, ed altri prevedibili.

"Roma nun fa la stupida stasera" cantava Claudio Villa, ed è proprio quello che speravano tutti i tifosi romanisti. Il Cluj non sembrava un ostacolo insormontabile, ma i rumeni allenati da Maurizio Trombetta non hanno voglia di fare la parte della comparsa in questa Champions, ed anche se dovessero perdere le prossime partite, sarà sicuro che la faccia è stata salvata da quesa ottima prova di orgoglio ma anche di abilità. Come nelle ultime due partite di campionato, la Roma è partita bene, andando pure in vantaggio con il gol del solito Panucci, ma si è trovata in difficoltà a continuare a costruire gioco, tanta fatica per arrivare in porta. Totti non parte titolare come era previsto, ma viene lasciato in panchina per precauzione e viene schierato Vucinic. E' inutile continuare ad evidenziare la fragilità degli schemi romanisti, sempre prevedibili e con gli uomini sbagliati a coprire ruoli chiave. Il Cluj dimostra buona tattica, ed è pure più abile nell'interaizone fra i vari reparti, costruendo azioni, come quella del primo gol di Culio, veramente notevole. Questo ragazzo argentino di 24 anni ha veramente un bel sinistro; Doni non può niente su entrambe le sue conclusioni. Sicuramente hanno influito anche le assenze, trovando Cassetti schierato accanto a Panucci, non certo un difensore centrale di livello; curioso come Spalletti non si sia fidato di Loria sin dal primo minuto. La "crisetta" pare diventare crisi, perchè a parte per il prestigio, alla Roma le partite di Champions servono per curare i debiti societari. Fa sorridere l'ingresso in campo di Sixto Peralta, che ce la mette tutta per cercare di colmare quella sensazione di rimpianto per non aver avuto nemmeno la possibilità di calcare i terreni di gioco italiani, trovando pure un ottimo avvitamento e colpendo la traversa; peccato, sarebbe stato un bel premio per il ragazzo, che però per il resto del tempo in campo sparisce. Il Cluj si è dimostrata diversa dalla solita formazione materasso, e con questa iniezione di fiducia potrebbe anche avere ambizioni diverse, che se non sono quelle di passare il turno, magari un terzo posto per la UEFA non sarebbe pessimo. Opposta la situazione di Spalletti, che ora si trova a gareggiare con tre concorrenti per l'accesso alle fasi successive invece che due, e che sarà bene inizi a cambiare qualcosa, altrimenti dopo Ancelotti, si inizierà a parlare pure di lui.

Bene invece l'Inter, che con un rotondo 2-0 supera i greci del Panathinaikos di Ten Kate e l'ex Karagounis. Si vede subito che la squadra c'è, ed Ibrahimovic risponde presente, inventandosi una serie di numeri impressionanti durante il corso della partita. Ha assimilato a pieno la filosofia del suo allenatore: vincere; tant'è che si trova spesso anche in difesa a recuperare palloni, cosa che con Mancini non succedeva mai. Strano trovare Muntari in panchina date le tre giornate di squalifica in campionato ed il fisico di cristallo di Patrick Vieira, ma il sergente portoghese avrà voluto usare il pugno duro, e pur difendendo il suo giocatore, l'ha voluto punire a metà, facendolo giocare solamente nel secondo tempo. Il gol del vantaggio nasce da una magia di Ibra che si porta via la difesa e serve Mancini solo soletto davanti alla porta che non tradisce; quanto si trovano bene questi due in campo. Dopo la rete, però, si vede poca Inter, e sono i greci a fare la partita, pure nel secondo tempo, fino a che Zlatan non decide di porre la parola fine a questo incontro durato anche troppo, si fa metà campo palla al piede ed effettua un passaggio "no look" di esterno a dir poco fenomenale che mette Adriano davanti ai pali, con la scelta di dove tirare per segnare e diventare nuovamente l'Imperatore. Finalmente si è vista un'Inter più cinica, il Presidente potrà essere contento, anche se ora saranno da correggere quelle fasi sornione in cui rischia di macchiare le proprie prove. Contento pure Mourinho che va ad abbracciare Ibra dopo il secondo assist; quando i caratteri combaciano per l'unico scopo della vittoria, non si può che andare d'amore e d'accordo.

Le squadre candidate alla conquista del titolo le conosciamo, stasera abbiamo visto Barcellona, Chelsea, Inter, Liverpool (mettiamoci pure la Roma anche se la prova non è stata positiva) vincere con una certa facilità contro i propri avversari; forse ha sofferto più il Liverpool, ma ci pensa sempre Gerrard. Ogni tanto, però, si intrufola anche una "cenerentola" ambioziosa, ed in tale categoria potremmo mettere l'Atletico Madrid, guidata dal suo fenomeno Sergio "El Kun" Aguero; ragazzo che tutti gli amanti di calcio dovevano conoscere sin dai tempi delle under argentine e nell'Indipendiente, ma che molti iniziano a conoscere solamente adesso. Per chi fosse arrivato tardi, questa non è una promessa, è una realtà. Ne sentiremo di belle su questo ragazzo, ancora ventenne, che fa del calcio la sua arte personale. In attesa di domani, godiamoci lo spettacolo visto sui nostri schermi stasera.


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