Questa sera scendevano in campo due italiane che tornano a giocare nel palcoscenico dell'Europa che conta. La Juventus, dopo tutto il tormentone calciopoli, ha finalmente la possibilità di riassaporare il sapore delle partite di Champions League; l'obbiettivo è alto: arrivare fino in fondo. La Fiorentina, invece, si trova finalmente ad affrontare la fase a gironi dopo tre anni di tentativi e non la vuole mollare con facilità dopo così tanti sforzi da parte della squadra, ma anche della società. I gironi in cui sono capitate sono ostici, soprattutto quello dei viola, ma abbiamo avuto la prova anche ieri sera che in questa competizione anche le "cenerentole" come il Cluj possono voler dire la loro.
La Juventus era chiamata a vincere in casa contro lo Zenit per riportare i primi tre punti europei in quel di Torino, ed anche per affrontare il girone con un un pizzico di serenità in più. Sono chiamati a battersi per la vittoria i componenti della vecchia guardia, quelli che hanno sofferto in questi due anni ed hanno quindi la rabbia necessaria per poter affrontare la competizione in maniera aggressiva. Il turnover con l'Udinese ha caricato di grinta Alessandro Del Piero, il quale vuole dimostrare di non essere tipo da lasciare in panchina, va lasciato sempre in campo. Già da subito si vede che la Juve ha la cattiveria giusta, la mentalità della grande squadra che domina anche psicologicamente l'avversario, ma lo Zenit non è da meno e riesce a farsi più volte pericoloso, non certo una squadretta qualunque, anche se per loro è il debutto assoluto in questa competizione. La Juve crea tanto, ma sprecca altrettanto, guidati dalla grinta di Del Piero & Co. Non c'è verso di infilare dentro un pallone, fino a quando Alex non si cerca la zolla giusta, sembrerebbe che l'idea sia quella di crossare nel mezzo, invece il capitano tira una sassata che cambia più volte direzione, ingannando, anche se colpevole, il portiere dello Zenit. Grande gioia di tutti che festeggiano il loro trascinatore e l'Olimpico di Torino esplode in un boato assordante. C'è stata parecchia attesa, ma finalmente c'è stata la liberazione ed ora si può lavorare serenamente puntando il più in alto possibile, come del resto deve ambire un giocatore della Juventus, una squadra abituata a vincere sempre.
Per la Fiorentina si tratta di un grande ritorno, dopo l'ultima apparizione nel 2000, poiché dopo esser stati così vicini al baratro per finire in C2, la famiglia Della Valle ha investito in questa realtà calcistica per riportarla sui palcoscenici di cui dovrebbe fare sempre parte. Gli acquisti sono stati mirati per regalare a Prandelli una rosa ampissima con svariate scelte da poter fare e valutare, riuscendo a dosare le energie per le due competizioni, visita anche la mancanza di esperienza europea da parte dei giocatori viola. Se l'erano vista strappare via dopo calciopoli ed ora possono finalmente gioire, anche se il sassolino da levare dalla scarpa all'esordio è il plurititolato Lione. La Fiorentina doveva presentarsi con la giusta personalità, senza timore, con la consapevolezza di essere grande squadra e cercare di sfruttare il fatto che il Lione potrebbe potenzialmente prendere la partita sottogamba. Non è così nella prima frazione della partita, in cui i viola paiono troppo compassati, schiacciati tra i reparti e timorosi di proporsi in avanti, rischiando anche più di qualcosa in difesa. Non si accende la lampadina di Mutu, che pare essere leggermente fuori dal gioco, mentre si accende eccome l'aureola di Gilardino, rapace in area di rigore sul cross di Zauri che lui colpisce di testa anticipando sul tempo il difensore, con la spalla che finisce dietro le spalle di Loris. Ammutoliti i tifosi del Lione, che hanno cantato fino ad allora, e si sentono finalmente i tifosi viola cantare ed incoraggiare i loro giocatori. Lentamente la Fiorentina prende più confidenza nei propri mezzi, ed Almiron fa rabbrividire i francesi quando con una botta allucinante colpisce la traversa, che ancora trema lì a Lione. Ma non è finita qui, c'è tempo per un altro pò di Gila-show, che sul cross di Mutu colpisce nuovamente di testa in modo impeccabile e 2-0 per la Fiorentina. Teoricamente, a parte stranezze, il risultato dovrebbe essere gestibile, ma in questi casi servirebbe proprio l'esperienza, cosa che invece manca. Sicuramente quello che non manca alla squadra viola è il fari-play, cosa che invece andrebbe insegnata al Lione che con Zauri a terra proseguono a giocare per oltre trenta secondi, costruendo un'azione con cui arrivano al gol, poichè il giocatore della Fiorentina stava accasciato sulla linea di fondo e teneva in gioco tutti (il fato ha voluto che fosse lo stesso arbitro del "caso" Panucci). Ci sarebbe moltissimo da discutere, ma il calcio è così, e bisogna andare avanti. Purtroppo per i sogni viola arriva anche il secondo gol del Lione, firmato da Benzema nello svolgersi di uno schema su punizione, che Juninho chiama abilmente con l'occhiolino, una scena da cult calcistico puro. Per fortuna la Fiorentina riesce ad arginare gli ultimi attacchi francesi con qualche affanno, ma portando a casa un pareggio che, viste le condizioni iniziali, sa un pò di amaro, ma guardato sulla carta vale molto.
Per quanto concerne le altre partite ci sono dei risultati a sorpresa. Il Manchester United, campione in carica, ottiene solamente un pareggio all'Old Trafford contro il Villareal; a nulla serve il rientro in campo di Cristiano Ronaldo che non riesce a graffiare quanto basta per far gol. Completano il gruppo la partita tra Celtic ed Aalsborg, finita 0-0, lasciando tutti a un punto nel girone. Altro risultato a sorpresa è il pareggio tra Dinamo Kiev ed Arsenal; gli ucraini, dopo le figureacce rimediate anno scorso, si riscatta tenendo a bada la squadra londinese, mentre il Porto travolge il Fenherbace per 3-1, portandosi in testa al girone. Rispettano le previsioni le partite tra Real Madrid e BATE Borisov, con gli spagnoli vincenti, e lo scontro Steaua Bucarest e Bayern Monaco, con la vittoria di misura dei tedeschi per 0-1.
In conclusione, per le italiane, non è stata una delusione, a parte la nota negativa lasciata dalla Roma. Mancano ancora cinque partite per decretare la graduatoria, tutti possono ancora sognare, ma bisogna anche trasformare qualche desiderio effimero in realtà più tangibili. Intanto, domani faranno l'esordio in Coppa UEFA le altre italiane, sperando che per il Milan di Ancelotti un momento di riscatto, per uscire da un tormento altrimenti preoccupante.
La Juventus era chiamata a vincere in casa contro lo Zenit per riportare i primi tre punti europei in quel di Torino, ed anche per affrontare il girone con un un pizzico di serenità in più. Sono chiamati a battersi per la vittoria i componenti della vecchia guardia, quelli che hanno sofferto in questi due anni ed hanno quindi la rabbia necessaria per poter affrontare la competizione in maniera aggressiva. Il turnover con l'Udinese ha caricato di grinta Alessandro Del Piero, il quale vuole dimostrare di non essere tipo da lasciare in panchina, va lasciato sempre in campo. Già da subito si vede che la Juve ha la cattiveria giusta, la mentalità della grande squadra che domina anche psicologicamente l'avversario, ma lo Zenit non è da meno e riesce a farsi più volte pericoloso, non certo una squadretta qualunque, anche se per loro è il debutto assoluto in questa competizione. La Juve crea tanto, ma sprecca altrettanto, guidati dalla grinta di Del Piero & Co. Non c'è verso di infilare dentro un pallone, fino a quando Alex non si cerca la zolla giusta, sembrerebbe che l'idea sia quella di crossare nel mezzo, invece il capitano tira una sassata che cambia più volte direzione, ingannando, anche se colpevole, il portiere dello Zenit. Grande gioia di tutti che festeggiano il loro trascinatore e l'Olimpico di Torino esplode in un boato assordante. C'è stata parecchia attesa, ma finalmente c'è stata la liberazione ed ora si può lavorare serenamente puntando il più in alto possibile, come del resto deve ambire un giocatore della Juventus, una squadra abituata a vincere sempre.
Per la Fiorentina si tratta di un grande ritorno, dopo l'ultima apparizione nel 2000, poiché dopo esser stati così vicini al baratro per finire in C2, la famiglia Della Valle ha investito in questa realtà calcistica per riportarla sui palcoscenici di cui dovrebbe fare sempre parte. Gli acquisti sono stati mirati per regalare a Prandelli una rosa ampissima con svariate scelte da poter fare e valutare, riuscendo a dosare le energie per le due competizioni, visita anche la mancanza di esperienza europea da parte dei giocatori viola. Se l'erano vista strappare via dopo calciopoli ed ora possono finalmente gioire, anche se il sassolino da levare dalla scarpa all'esordio è il plurititolato Lione. La Fiorentina doveva presentarsi con la giusta personalità, senza timore, con la consapevolezza di essere grande squadra e cercare di sfruttare il fatto che il Lione potrebbe potenzialmente prendere la partita sottogamba. Non è così nella prima frazione della partita, in cui i viola paiono troppo compassati, schiacciati tra i reparti e timorosi di proporsi in avanti, rischiando anche più di qualcosa in difesa. Non si accende la lampadina di Mutu, che pare essere leggermente fuori dal gioco, mentre si accende eccome l'aureola di Gilardino, rapace in area di rigore sul cross di Zauri che lui colpisce di testa anticipando sul tempo il difensore, con la spalla che finisce dietro le spalle di Loris. Ammutoliti i tifosi del Lione, che hanno cantato fino ad allora, e si sentono finalmente i tifosi viola cantare ed incoraggiare i loro giocatori. Lentamente la Fiorentina prende più confidenza nei propri mezzi, ed Almiron fa rabbrividire i francesi quando con una botta allucinante colpisce la traversa, che ancora trema lì a Lione. Ma non è finita qui, c'è tempo per un altro pò di Gila-show, che sul cross di Mutu colpisce nuovamente di testa in modo impeccabile e 2-0 per la Fiorentina. Teoricamente, a parte stranezze, il risultato dovrebbe essere gestibile, ma in questi casi servirebbe proprio l'esperienza, cosa che invece manca. Sicuramente quello che non manca alla squadra viola è il fari-play, cosa che invece andrebbe insegnata al Lione che con Zauri a terra proseguono a giocare per oltre trenta secondi, costruendo un'azione con cui arrivano al gol, poichè il giocatore della Fiorentina stava accasciato sulla linea di fondo e teneva in gioco tutti (il fato ha voluto che fosse lo stesso arbitro del "caso" Panucci). Ci sarebbe moltissimo da discutere, ma il calcio è così, e bisogna andare avanti. Purtroppo per i sogni viola arriva anche il secondo gol del Lione, firmato da Benzema nello svolgersi di uno schema su punizione, che Juninho chiama abilmente con l'occhiolino, una scena da cult calcistico puro. Per fortuna la Fiorentina riesce ad arginare gli ultimi attacchi francesi con qualche affanno, ma portando a casa un pareggio che, viste le condizioni iniziali, sa un pò di amaro, ma guardato sulla carta vale molto.
Per quanto concerne le altre partite ci sono dei risultati a sorpresa. Il Manchester United, campione in carica, ottiene solamente un pareggio all'Old Trafford contro il Villareal; a nulla serve il rientro in campo di Cristiano Ronaldo che non riesce a graffiare quanto basta per far gol. Completano il gruppo la partita tra Celtic ed Aalsborg, finita 0-0, lasciando tutti a un punto nel girone. Altro risultato a sorpresa è il pareggio tra Dinamo Kiev ed Arsenal; gli ucraini, dopo le figureacce rimediate anno scorso, si riscatta tenendo a bada la squadra londinese, mentre il Porto travolge il Fenherbace per 3-1, portandosi in testa al girone. Rispettano le previsioni le partite tra Real Madrid e BATE Borisov, con gli spagnoli vincenti, e lo scontro Steaua Bucarest e Bayern Monaco, con la vittoria di misura dei tedeschi per 0-1.
In conclusione, per le italiane, non è stata una delusione, a parte la nota negativa lasciata dalla Roma. Mancano ancora cinque partite per decretare la graduatoria, tutti possono ancora sognare, ma bisogna anche trasformare qualche desiderio effimero in realtà più tangibili. Intanto, domani faranno l'esordio in Coppa UEFA le altre italiane, sperando che per il Milan di Ancelotti un momento di riscatto, per uscire da un tormento altrimenti preoccupante.
Nessun commento:
Posta un commento