
Certo, magari la sconfitta contro la Roma sulla carta ci poteva stare, la superiorità dei giallorossi a livello di organico è netta e la squadra di Spalletti vive un ottimo stato di forma, ma a carte scoperte, per come si era messa la partita - magia di Baptista a parte - questo è un punto gettato al vento. I problemi del Torino sono gli stessi evidenziati nelle passate stagioni: un attacco sterile, troppo sterile. Eppure quei tre gol alla prima giornata avevano fatto sperare bene, eppure Urbano Cairo si era impegnato questa estate a portare nomi pesanti per l'attacco proprio per ovviare a questo problema, ma, come consueto da anni, le punte a Torino non rendono allo stesso modo. Un tabù inspiegabile. Adesso il
generoso Presidente cercherà di rimediare, "Cercheremo di dare a Novellino quelle alternative di cui ha bisogno. In avanti abbiamo giocatori che hanno sempre fatto gol, si tratta di sbloccarsi con Amoruso, con Rosina che ha fatto una buona gara, con Bianchi". Adesso si tratta di trovare chi fa al caso del Torino in questo momento, perché non è il caso di pescare dal cilindro magico qualche giovane promessa confermata all'estero ma da rodare in Italia. Torna d'attualità il nome dell'ex interista Pelé dal Porto, l'uomo giusto da affiancare a Dzemaili. Piace anche Milanetto del Genoa, oltre a Dacourt ed Almiron. Per la difesa si lavora allo scambio con la Roma tra Pratali e Loria. Basterà?
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